05 novembre 2006

Voglie di esotismo a basso costo

Deve esserci il modo di tirarne fuori uno schema nelle infatuazioni dei drop out per mondi supposti lontani. Alcune di esse ci hanno regalato, se non capolavori, almeno pregevoli opere d’arte, e penso alle avanguardie letterarie e poetiche degli anni sessanta. Purtroppo, in omaggio alla massima che la storia ripete le sue tragedie, ma come farsa, oggi al posto dell’Urlo di Ginsberg abbiamo qualche sparuto blog.
E al posto del lontano Oriente, delle filosofie orientali, del buddismo zen (che ai miei occhi hanno il non secondario merito di essere comunque filoni di pensiero che esortano a non rompere i coglioni al prossimo) oggi vediamo la “cotta” per l’Islam.
Un islam d’accatto, fatto di sguardi assassini e di promesse di seduzione, di kajal da grandi magazzini, di piscine d’alberghi cafoni e racconti sublimati delle bellezze per l’occidentale in vacanza nei bar del Cairo.
E, nel solco delle migliori tradizioni coloniali, si leggono dialoghi surreali in cui due donne laiche ed europee disquisiscono con strumenti da rotocalco sulla vita e sul destino delle donne musulmane, confondendo femminismo e sfruttamento, ideologia e storia. Roba già vista quella degli occidentali che ci spiegano gli indigeni, e ci spiegano come mai sono così indifesi fuori dai loro paesi (che dentro, invece...)
E non sarebbe nulla, se non che si arriva a negare la rappresentatività delle donne di cui si parla, con la pretesa che non possono avere voce attraverso altre donne della loro cultura, ma laiche. (invece attraverso un paio di piccolo borghesi italiane si, va a capire perché).
E così, ancora una volta si cade nella trappola dell’identità: negata agli altri.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Tutto quello che non e' proibito e' obbligatorio. Poiche' non e' proibito mostrare le tette, ergo e' obbligatorio.
La chiamano liberta', e hanno scelto di definirla cosi'.

Quella che stai descrivendo e' una moda. Oggi gli stilisti decidono per la vita bassa e le scarpe a punta, e via
con la peritonite e l'alluce valgo.

Non so cosa sia l'islam per i popoli islamici. So benissimo cosa sia per loccidente.

Una moda. Una delle tante.

Fra qualche anno, i bidoni dell'immondizia saranno pieni di corani, chador, libri sull'islam. Oppure li daremo a qualche ONG perche' li porti ai popoli che hanno fame.

E chissa', magari andra' di moda, che so io, il confucianesimo. E guai, guai a chi non avra' la sua modaiolissima simpatia
per Confucio.

Noi non possiamo essere slamici piu' di quanto non possiamo essere confuciani. Un islam europeo e' come Mana, un cantante gotico
giapponese: tecnicamente perfetto. Suona il piano in maniera impeccabile. Ma manca qualcosa: che il giappone non ha mai avuto un periodo gotico. E si sente.

Potranno studiare quanto vogliono l'islam, ma rimarra' sempre quello che e' oggi per ogni occidentale: una moda.
Passera' come ogni moda. Vedi ancora paninari in giro, tu?

Uriel