30 settembre 2006

Successore di Annan, nuovo test sui candidati

dal Corriere canadese
NEW YORK - Con gli Stati Uniti che premono per accelerare una decisione, il Consiglio di Sicurezza si è riunito ieri alle 16.30 ( le 22.30 in Italia) per un nuovo voto test sui candidati alla successione del segretario generale dell'Onu Kofi Annan, il cui mandato scade a fine dicembre. Si sono fatti avanti finora sei uomini, tutti espressi da Paesi asiatici, e una donna, la presidente lettone Vaira Vike-Freiberga. Finora il primatista delle preferenze espresse in due precedenti votazioni di prova è stato il ministro degli Esteri sudcoreano Ban Ki Moon. «Siamo arrivati al punto in cui dovremmo prendere una decisione», ha detto l'ambasciatore americano John Bolton. Si vota con le stesse procedure delle altre due volte, a scrutinio segreto e esprimendo, ciascun Paese, incoraggiamenti o scoraggiamenti nei confronti dei vari candidati. I Quindici potranno anche decidere di pronunciarsi "senza opinione". In questa fase il voto dei cinque membri che avranno modo di utilizzare il loro diritto di veto nella fase conclusiva della raccomandazione su un candidato all'Assemblea Generale per la ratifica, saranno indiferenziati. Si voterà di nuovo lunedì prossimo. Sono in gara anche l'ex ministro delle Finanze afghano Ashraf Ghani e il sottosegretario generale per l'Informazione Shashi Taroor.

Reddito medio

Che settantamila euro l'anno siano "reddito medio" lo può credere solo Mastella (o fingere di). Mi piacerebbe sapere qual è il reddito medio di Ceppaloni.

Vendemmia

Proprio così. Ieri pomeriggio arriva mio fratello con la ferale notizia. Istrati non viene a vendemmiare, pare che sia impegnato in una partita di calcio scapoli/ammogliati. Non c'è niente da fare, tocca a noi.
Sacramentando il giusto, con la fretta di terminare prima del tramonto (almeno io), ci siamo infilati negli otto (8) filari di albana e abbiamo raccolto quasi un quintale d'uva. Per farci cosa non è ancora chiaro. Probabilmente ne ricaveremo cinquanta bottiglie di pessimo vino. Bianco, che non bevo.

29 settembre 2006

Petrolio

Il blog petrolio ha spesso notizie e considerazioni interessanti. Ve ne segnalo una che fa un po' il punto sul rapporto Usa-Cina in questo settore.

Vivaldi

Non ne posso più. Da un mese a questa parte in casa non si sente altro che Le quattro stagioni. Sto impazzendo.

Su icq

Cochin (11:41 AM) : oggi uscita da yoga vado a prendere il caffè con un gruppetto di tipe (tra cui giornaliste RAI)
Cochin (11:41 AM) : tutte convinte che le torri fossero minate

Diotima (11:41 AM) : ossignur

Cochin (11:42 AM) : grazie a report
Cochin (11:42 AM) : la giornalista poi diceva pure che non c'erano ebrei nelle torri
Cochin (11:42 AM) : sono desolata

Diotima (11:43 AM) : lo so. ricordo come mi sono sentita dopo la cena con magistrata che sosteneva le stesse cose
Diotima (11:46 AM) : d'altro canto l'alternativa è scegliere rigorosamente le persone da vedere. ma tu non sei il tipo :-)

Cochin (11:47 AM) : mi stai dando della zoccola?
Cochin (11:47 AM) : comunque, hai ragione
Cochin (11:47 AM) : ero avvilita, ma ho chiesto lo stesso un passaggio alla giornalista
Cochin (11:47 AM) : quando sono arrrivata a casa mi sarei sputata in un occhio

Diotima (11:49 AM) : no, niente zoccola. è che per carattere tu sei una che non si tira indietro.

Cochin (11:53 AM) : sì, infatti mi son messa a concionare
Cochin (11:53 AM) : e a cercare di convincere
Cochin (11:53 AM) : questa, con la lobby ebraica
Cochin (11:53 AM) : poi - dopo anni di NG - so di avere dalla mia una certa scioltezza dialettica

Diotima (11:54 AM) : si

Cochin (11:54 AM) : quindi mi guardavano ebeti

Diotima (11:55 AM) :e hai convinto qualcuno?

Cochin (11:56 AM) : mah, sai: dicevano "sì, sì, hai ragione"

Diotima (11:56 AM) : insomma non hai convinto nessuno

Cochin (11:56 AM) : ma poteva essere tranquillamente un modo per dire "famola sta zitta, ne parliamo quando non c'è la guastafeste"
Cochin (11:56 AM) : esatto
Cochin (11:56 AM) : :-D

Diotima (11:56 AM) : non è possibile convincere qualcuno razionalmente di queste cose

Cochin (11:56 AM) : no, la sensazione era proprio "ci sta rompendo le uova nel paniere, ce stavamo a divertì"

Diotima (11:57 AM) : se fosse possibile non penserebbero quello che pensano

Cochin (11:57 AM) : esatto
Cochin (11:57 AM) :io facevo vedere l'assurdità del pensare che gli ebrei siano potenti
Cochin (11:58 AM) : loro la contemplavano con aria ebete, mi davano ragione
Cochin (11:58 AM) : e un minuto dopo si rituffavano nella loro cosa

Diotima (11:58 AM) : certo.

Cochin (11:59 AM) : faceva impressione: perchè gli argomenti li ascoltavano, convenivano con me, ma ero certa che un minuto dopo avrebbero ripreso le fila della loro trama

Diotima (11:59 AM) :tu vai a casa e ti chiedi: ma come è possibile che persone intelligenti, ironiche, colte, ecc...possano credere a queste cose?

Cochin (12:00 PM) : esatto

Diotima (12:01 PM) : beh, non c'è risposta
Diotima (12:01 PM) : invece ho un problema molto serio da sottoporti. altro che le stronzate sugli ebrei in lobby

Cochin (12:01 PM) : dimmi

Diotima (12:02 PM) : secondo te c'è un metodo efficace per i toast? mi spiego: come cazzo si fa a non far colare la sottiletta? io mi ritrovo il toast vuoto e tutta la sottiletta fusa nel tostapane!

Cochin (12:04 PM) : ahahahahhahhahahhhhhah

Diotima (12:05 PM) : senti, posso postare tutta la conversazione sul mio blog? è
geniale!

Cochin (12:05 PM) : ahahahahhahahahhahah

28 settembre 2006

Ozio

In questi giorni mi ritrovo ad aggiornare il blog molto spesso. E' che sono davanti al pc per stendere la versione definitiva del corso che comincerò martedì prossimo, e mi distraggo parecchio.
Così però faccio scoperte interessanti: Azione parallela è un blog filosofico che mi ha portato a un'intervista a Pier Aldo Rovatti su filosofia e cura.

Se poi uno dei tre lettori di questo blog potesse segnalarmi foto di giardini rinascimentali/settecenteschi/contemporanei (in questo ultimo caso solo giardini e parchi pubblici) ecco, sarei grata.

Darfur/5

Dal Corriere:
Se è l'Africa che chiama di Franco Venturini:

"C'è l'Iraq, c'è l'Afghanistan, ci sono il Libano e i palestinesi, c'è l'Iran, può forse esserci anche il Darfur? La novità è che una risposta positiva, malgrado lo sfinimento per superlavoro della comunità internazionale, sta guadagnando terreno. Da Condi Rice a Kofi Annan e ai governi europei, tutti avvertono che il tempo stringe e che bisogna «fare qualcosa» per fermare i massacri nelle regioni occidentali del Sudan. E così i riflettori occidentali tornano timidamente ad accendersi sull'Africa, sulle sue tragedie silenziose, sui suoi genocidi trascurati, sui suoi orrori rimossi." Continua sul sito del Corriere

Giornali online

Per anni il primo giornale online che guardavo la mattina è stato Repubblica. Da qualche tempo ho scoperto quasi con stupore che non è più così e quasi automaticamente all'apertura di firefox le mie dita digitano corriere.it (no, non ho una pagina iniziale predefinita).
Cercando di indagare i motivi di questo cambiamento pressoché inconsapevole provo a metterli in fila senza alcun ordine di importanza:
1. il sito di repubblica è pesantissimo, e spesso mi connetto in analogico;
2. il sito di repubblica è annegato dalla pubblicità, a sua volta pesantissima;
3. repubblica ha il menù in alto e nemmeno troppo intuitivo;
4. le notizie sono le stesse che si trovano sul corriere, che invece ha il menù laterale e pubblicità meno invasiva e ci mette meno tempo a caricarsi.

se mi viene in mente altro ci tornerò sopra.

27 settembre 2006

Consigliere del principe

Visto il post sotto, mi propongo. I filosofi hanno una lunga tradizione in questo ruolo.

e dopo il Vaticano....

La Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Giochino

L'ho trovato sul blog di catepol.
E ha ragione, si rischia la dipendenza.

Darfur/4

Diventa anche tu un negazionista con l'ipnosi
(meraviglioso!)

Dall'ormai celeberrimo blog di Eugenio Mastroviti.

Kandahar, qualche giorno fa

"La responsabile delle questioni femminili nella Provincia di Kandahar, nel sud dell'Afghanistan, è stata assassinata lunedì mattina da uomini armati mentre si recava al lavoro. Safia Ama Jan, 50 anni, era a capo del dipartimento donne fin dal 2002, quando pochi mesi dopo la caduta dei talebani venne creato il ministero per gli affari femminili. Stamane stava entrando nella sua auto a Kandahar - in passato principale bastione dei talebani - quando due killer in moto le hanno sparato contro. È morta all'istante." Dal Corriere della Sera.

Mozart a Berlino

La Deutsche Oper di Berlino ha cancellato dal programma del prossimo autunno la rappresentazione dell'Idomeneo di Mozart perché teme le reazioni dei fanatici musulmani. A quanto pare le autorità della città hanno avvisato la direzione del teatro che poteva esserci "un rischio incalcolabile per la sicurezza". Maggiori dettagli nell'articolo del Corriere della Sera di oggi, Berlino cancella Mozart: "Temiamo l'Islam" di Paolo Valentino.

Unfil

Un articolo del New York Times mostra tutte le debolezze, i problemi e le ambiguità della missione dell'Onu. (del resto, finché Kofi Annan ne resta il segretario...).

Acquisti



Mi sono arresa. Ho risposto il gioiello che vedete sopra in rimessa, dopo aver tolto la batteria - cosa che l'anno scorso non avevo fatto.
E ho comprato quella cosa che vedete per prima, da usare durante la stagione inclemente. Fortuna che non ho mai scritto quello che pensavo in questo blog degli scooteristi. E' un majesty 250. Non mi dite pregi e difetti, e non mi chiedete perché ho scelto proprio quello: è stato un caso. Avrei comprato qualunque cosa che mi permettesse di girare a Bologna in inverno su due ruote, bicicletta a parte.

25 settembre 2006

darfur/3

Dal Corriere della Sera un altro resoconto dal Darfur. Vi ripropongo l'articolo In Darfur prosegue il massacro di Massimo A. Alberizzi perchè penso che certe notizie sia meglio farle circolare il più possibile.

"L’ultimo attacco è stato lanciato venerdì. Aerei dell’esercito sudanese hanno bombardato villaggi nel nord Darfur, poi sono arrivati i janjaweed, i miliziani arabi a cavallo o a dorso di cammello per completare, come al solito, il lavoro: ammazzare gli uomini sopravvissuti, violentare le donne, insultarle e schermirle umiliandole (“ora hai in grembo un figlio arabo”), rapire i bambini per trasformarli in schiavi, portar via le mandrie e saccheggiare il saccheggiabile."

SCORRERIE QUOTIDIANE - Ma forse, nel momento in cui leggete, quella di venerdì è diventata la penultima incursione. Infatti le scorrerie dei miliziani arabi contro le popolazioni civili di origine africana che abitano le regioni occidentali del Sudan si ripetono ormai quotidianamente. “Non c’è più tempo! Il governo di Khartoum deve accettare un contingente di pace dei caschi blu per fermare il genocidio”, ha ammonito il segretario di Stato americano, Condoleeza Rice, venerdì, a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, durante un incontro tra 25 paesi e l’Unione Europea.

ANNAN E LA RICE - Sabato le ha fatto eco il segretario delle Nazioni Unite, Kofi Annan che, in un editoriale pubblicato da un giornale francese, ha lanciato un appello al Sudan perché sia ragionevole: “Condanno l’escalation che sta prendendo il conflitto in Darfur – ha scritto il capo dell’Onu –. E’ una vergogna per tutta l’Africa”, ha aggiunto. Mentre la Rice ha ribadito la posizione americana: “Se Khartoum continuerà a impedire l’accesso in Darfur, occorrerà pensare a un’azione unilaterale”.
Il Consiglio di Sicurezza a fine agosto ha deciso l’invio nella martoriata regione sudanese di una forza di pace di 17 mila uomini e 3000 poliziotti, per sostituire l’attuale missione dell’Unione Africana, che conta 7200 soldati male armati e male organizzati. Grazie alla Cina e alla Russia, che minacciavano di porre il veto, però è stato aggiunto un codicillo: la missione si farà solo se sarà accettata dal governo di Khartoum. Un’assurdità visto che quel governo è considerato il mandante (e talvolta con i bombardamenti aerei, anche l’esecutore materiale) del massacri e delle grossolane violazioni dei diritti umani in quell’area.

PACE VIOLATA - Ad Abuja in maggio è stato siglato un trattato di pace, accettato da una sola delle fazioni darfuriane. Un trattato che è morto subito, perché violato dal governo e dai ribelli. L’unico risultato è che Minni Minnawi, capo della fazione firmataria, si è sistemato con un bel posto di vice presidente del Paese, assistente del Presidente Omar Al Bashir per le questioni del Darfur. Ora vive a Khartoum con una scorta, un’auto di lusso e una bella residenza. I suoi uomini, pochi per la verità perché il suo gruppo si è assottigliato, partecipano alle razzie assieme agli arabi.
“E’ in corso una grande offensiva del governo – racconta Jahafar Monrò, portavoce della fazione del Sudan Liberation Army, guidata da Abdul Wahid Al Nur -. I soldati e le milizie filogovernative stanno distruggendo le campagne per impedire i raccolti. Tagliano gli alberi da frutta e ammazzano il bestiame. Chi non è stato ucciso dalla violenza rischia ora di morire di fame. L’esperienza del Ruanda dovrebbe insegnare qualcosa; se la comunità internazionale non si muove saremo sterminati. Dopo non pianga e non ci venga a dire “Abbiamo sbagliato a non intervenire, Chiediamo scusa”.

LA GUERRA SEGRETA - Al di là della violenza e dei massacri, in Darfur si combatte una guerra segreta tra Stati Uniti, Cina e Russia. Il Sudan dava ospitalità a Osama Bin Laden ed era stato messo dagli Stati Uniti nella lista dei “Paesi canaglia”. Così le compagnie petrolifere americane che esploravano il sud del Paese, dove è stato trovato oro nero in gran quantità, sono state costrette ad andarsene, immediatamente rimpiazzate da cinesi e malesi: imprenditori, operai, impiegati, ma anche capimafia e capi bastone cinesi hanno letteralmente invaso il Sudan. E concessioni minerarie di vario genere (comprese quelle petrolifere) sono state assegnate a uomini chi Pechino. Assieme a Russia e Ucraina, poi, la Cina ha fornito a Khartoum ogni genere di armi trasportate con urgenza all’aeroporto della capitale dove per innumerevoli notti sono stati segnalati in arrivo enormi cargo Antonov. I pezzi più grossi, elicotteri e (si dice, ma non c’è conferma) carri armati sono arrivati invece a Port Sudan, scalo sul mar Rosso.

I CINESI - La capitale sudanese è ormai piena di negozi gestiti da cinesi, di palazzi in costruzione o appena terminati eretti dai cinesi e di motociclette importate dalla Cina. I cinesi sono dappertutto e hanno anche il permesso di violare le rigide regole islamiche: ci sono perfino i bordelli cinesi e naturalmente i ristoranti, gli unici dove, nonostante l'alcool sia severamente bandito, si possa bere apertamente davanti a tutti vino, birra e il tradizionale stomachevole liquore alla rosa. Solo in quei locali si ha la certezza che non arriverà nessuna guardia islamica che, per tutelare la moralità religiosa, potrebbe farci condannare a 100 frustate sulla pubblica piazza.

Anche il Vaticano!

Non ci volevo credere. Anche dalla biblioteca vaticana vengono a leggere il mio blog.

Coda di Lupo

Navigare nella blogosfera a volte è utile. Vi segnalo il blog di Coda di Lupo e in particolare due post:
Al termine della notte...la libertà con una suggestiva rievocazione dell'ambiente degli impressionisti e Il terrorismo non nasce dalla disperazione.
Buona lettura.

Darfur/1

Sul corriere della sera Franco Venturin nel suo articolo dal titolo Se l'Africa chiama ricorda alcuni piccoli particolari, ignoti a quanto pare al grande pubblico e alla stragrande maggioranza dei giornalisti e inviati nostrani:

"In Darfur le incursioni dei miliziani arabi contro le popolazioni civili di origine africana hanno fatto 300.000 morti in poco più di tre anni. Due milioni di rifugiati vivono a ridosso dei confine con il Ciad, ma la furia dei janjaweed li insegue anche nei campi profughi dove uccisioni, stupri e rapimenti sono all'ordine del giorno. Per chi sopravvive alle pallottole, c'è in agguato la morte per denutrizione: come in altre regioni africane le carestie sono ormai un appuntamento fisso, e quel che non distrugge la siccità viene bombardato o incendiato dalle milizie filogovernative. Già, perché il governo di Karthoum e il suo presidente Omar al-Bashir promettono aiuti e interventi pacificatori, ma nei fatti appoggiano la pulizia etnica attuata dalle bande arabe."

Pulizia etnica. Arabi contro neri. Così, tanto per ricordare che la storia passa invano. O qualcuno ignora ancora che i più grandi commercianti di schiavi erano proprio arabi?

Darfur/2

Gli ultimi sviluppi li racconta Giampaolo Pioli, in un articolo intitolato Darfur, fermate la strage
La conclusione è quanto mai sconsolante: "Se Annan fallisce, il Sudan diventerà presto anche la vergogna dell'Onu.
Ma c'è mai stata un volta in cui Annan non ha fallito? Direi che la sua è la peggior gestione dell'Onu che si sia mai vista. Il suo mandato scade il 31 dicembre, e qui una domanda:
chi vorreste voi come segretario dell'Onu?

24 settembre 2006

Musa e Tequila

Musa (a sx) e Tequila (a dx) hanno compiuto un mese ieri.

22 settembre 2006

Sempre Repubblica

La versione cartacea di Repubblica di oggi riporta nella prima pagina della cronaca locale la notizia sparata che vi ho segnalato nel post precedente.
Chissà se domani avranno la dignità di pubblicare - in un corpo altrettanto grande - che hanno schifosamente giocato sul razzismo sparando una notizia che si è rivelata falsa.
La ragazzina, meno male, si era inventata tutto.

Repubblica

Il titolo sparato da Repubblica è questo:

Dodicenne violentata dal branco. Arrestato un giovane marocchino.

L'articolo si chiude con questa frase (il neretto è mio):

"La ragazzina è stata sottoposta, all'ospedale Maggiore di Bologna, ad accertamenti clinici, al termine dei quali i sanitari avrebbero escluso un rapporto sessuale consumato. L'adolescente sarebbe stata costretta, secondo il suo racconto, a un tipo di violenza fisica, ma non è ancora chiaro se da parte di uno, o più, dei componenti del gruppetto. Il racconto della vittima è al vaglio dei militari, che continuano le indagini per identificare gli altri componenti del gruppo."

questa schifezza di informazione la trovate sul sito di repubblica, a questo indirizzo.

21 settembre 2006

Annibale Carracci

Oggi a Bologna c'è stata l'inaugurazione della mostra dedicata ad Annibale Carracci.
La mostra è veramente interessante e ve la consiglio, informazioni dettagliate le potete trovare nel sito dedicato.
Ma, mostra a parte, la notizia importante è che c'era anche il sindaco. Niente di strano direte voi, è un'occasione ufficiale, ovvio che ci sia il sindato.
Beh, a Bologna non è così scontato vederlo in giro. Si vede che ha incontrato troppa gente in campagna elettorale, perché sono almeno due anni che schiva tutti.
A quel che ho sentito i bolognesi sono così contenti del loro sindaco che non vedono l'ora di vederlo dirigersi verso mete più ambiziose, sono infelici a vederlo costretto al prosaico compito di governare una città, senza riuscirci.
Secondo i ben informati senza nemmeno provarci.

Ma non voglio influenzare il vostro giudizio. Sul sito personale del sindaco trovate tutto quello che ha fatto in questi anni per la città.

11 settembre

Un blog la cui segnalazione è doverosa, dedicato alle varie teorie complottiste sull'attentato alle torri: undici settembre.

Hat tip: in minoranza.

20 settembre 2006

Info

Mi hanno richiamato in mail perché cito autori senza dare nessun riferimento. Questi sono quindi dedicati all'autore del rimprovero. (ad personam: non ti abituare, non accadrà più, impara a usare i motori di ricerca).
Su Pierre Lévy - oggetto della mail - il primo riferimento di Google è a Mediamente, e precisamente qui.

Oriana Fallaci

Ho letto di tutto nei momenti successivi alla sua morte. Dagli elogi sperticati (e ridicoli) agli insulti furibondi (e immondi) di chi cerca sempre di farsi (ri) notare.
C'è un solo scritto che mi sento di linkare.
Leggo Restodelmondo - che presto finirà nella colonna a sx come link fisso - da tempo, ma questa volta è riuscita a dare il meglio di sé (credo ma spero anche di essere smentita!). La lettura del post Il club è d'obbligo per chi passa di qui.

19 settembre 2006

Libri

Ha qualche anno, ma secondo me sta reggendo alla prova del tempo.
Pierre Lévy, Il virtuale, Cortina Editore.

Aggiornamenti sul papiro

Sul sito di Archeogate rassegna stampa e altri articoli.

Ratisbona

Alla fine intervengo anche io. Non mi interessa la polemica tra chi sostiene che Ratzinger avesse il diritto di dire alcune cose, con quanta consapevolezza le abbia dette, o se avesse dovuto tacere per ragioni di opportunità politica o tolleranza religiosa.
E' un altro l'aspetto che mi interessa. Ovunque ho letto che il suo discorso è stato giudicato come complesso ed erudito. Lasciatemi esprimere la mia opinione: non è né l'uno né l'altro. E che sia giudicato tale mi stupisce un po'.
(lasciamo stare chi, come .mau., premette che è complicato poi fa uno splendido post dal quale si evince che non l'ha affatto trovato così difficile).
Non è stato il discorso di un filosofo, non è stato un discorso particolarmente originale e nemmeno un discorso teologico diretto a degli specialisti.
Papa Benedetto XVI è stato docente di teologia. Un docente di teologia di livello medio/alto ma non pensatore originale e profondo. In quel discorso, tra l'altro, mi è sembrato anche che molte sottigliezze di quell'ambito di sapere - almeno attualmente - gli sfuggano.
Che sia giudicato un discorso complesso e sottile mi deprime un po', sono certa che molti studiosi presenti, al di là dell'emozione del momento, si siano anche un po' annoiati. Non ascoltavano qualcosa che ponesse particolari problemi di comprensione. Detto francamente, anzi, al di là delle due/tre citazioni erudite era qualcosa che stava a metà tra la divulgazione e il ricordo e il sentimento di un uomo che si ritrova a casa sua. Chez soi. Con tutte le ambiguità che questo comporta. E che forse in parte possono spiegare cosa è accaduto (non nel senso di una spiegazione politica).
A me quelle citazioni sono sembrate una forma di vanità, quasi un voler dire ai suoi sodali di un tempo: "vedete? adesso sono decenni che faccio altro, ma potrei ancora essere uno dei vostri, mi ricordo ancora come si fa, sono ancora bravo". Una debolezza umana estremamente simpatica, se volete.
Come un ricercatore che, passato alla divisione commerciale e tornato in laboratorio per una breve visita, volesse convincere se stesso e gli altri che è ancora uno studioso e non un fund raiser. Il pubblico può credergli, ma chi è rimasto in laboratorio sa che non è vero.

Per quel che riguarda l'aspetto "politico" della questione Michele Serra ha scritto su Repubblica di oggi qualche riga che mi sento di sottoscrivere (e di riportare qui, considerato che non l'ho ritrovata in rete):
"Se la libertà di opinione e di parola è davvero uno dei principi fondamentali sui quali si regge la baracca della nostra democrazia, allora siamo seriamente nei pasticci. Ho letto, sull'incidente tra Ratzinger e l'Islam, quasi tutto il leggibile, ma al netto di ogni distinguo su cautela e incautela, su tattiche e strategie del dialogo interreligioso, la questione della libertà di parola rimane: grossa come una casa, pesante come un macigno. Detesto i giudizi all'ingrosso sui musulmani come su qualunque altra espressione della cultura umana, ma non riesco a capire come sia possibile immaginare un futuro che escluda l'Islam dal novero delle culture criticabili.
Questo - non altri - è il punto dolente, il nocciolo infocato della questione. E' importante non offendere, è importante conoscere, è importante capire, ma se il margine della possibilità di critica e di discussione è così esiguo che si rischia ad ogni passo di urtare una suscettibilità fondata sull'indiscutibilità del Libro, il rischio è ammutolire per paura o - ed è forse peggio - per convenienza. Bisognerà porsi seriamente il problema, cercare delle soluzioni, prendere delle decisioni. E soprattutto non illudersi che le scuse di oggi, o le retromarce di dopodomani, servano a sciogliere un nodo che, in certi momenti, prende alla gola."

18 settembre 2006

La polemica tra Canfora e Settis

Due i luoghi per seguire la polemica sul papiro che vede Canfora e Settis contrapposti;
uno il blog di Paolo Beneforti che ne parla qui e qui (ma seguitelo, promette aggiornamenti), l'altro il newsgroup it.cultura.classica, con i post di Nico Narsi.
Appassionante da seguire anche per chi non sa nulla di papirologia.

15 settembre 2006

I Comunisti Italiani e i soldi

Su Punto Informatico si legge una cosa divertente:

È d'accordo con Craxi anche Marco Rizzo, eurodeputato dei Comunisti italiani, che dichiara di soffrire di "una sorta di feticismo dell'oggetto, quindi compero i CD e ho ancora i vecchi padelloni. Ho trovato due vecchie raccolte dei Clash, il complesso punk rock inglese della fine degli anni 70. I miei figli mi hanno regalato un iPod, che però è fermo a poche registrazioni. Ma non scarico brani dalla rete: una prassi che non giustifico ma che comprendo, la musica è cara e per i giovani è un investimento, lo era anche per noi. Ora però ho una stipendio sufficiente... Certo ci vorrebbe una riduzione dell'Iva".

Insomma, adesso che ha i soldi Rizzo è molto meno preoccupato dei prezzi dei dischi, ops!...dei cd.

Meno male che è vicepresidente della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori.

Il cacciatore di aquiloni

E' uno dei libri che mi sono portata in Croazia.
Il cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini. L'ho letto in meno di due ore. Straziante e consolatorio. Da non perdere secondo me.

gli altri? uno degli altri è questo:
Gli storici dell'arte e la peste di Sandra Pinto e Matteo Lanfranconi;
tutt'altro genere ovviamente. Ma se volete sapere lo stato dell'arte della storia dell'arte italiana questo è il libro giusto.

14 settembre 2006

Veca e Sanguineti

La prima volta che ho visto Salvatore Veca è stato molti anni fa quando, per la mia tesi di laurea, andai nella biblioteca della Fondazione Feltrinelli di cui lui all'epoca era direttore. La sua gentilezza mi colpì. E anche la sua immediata disponibilità ad aiutarmi nelle ricerche.
Di Veca come studioso ci sarebbe moltissimo, e di buono, da dire. Troverò il tempo prima o poi. Adesso mi limito a segnalarvi un articolo di Jacopo, che fa il resoconto di un dibattito tra Veca e Sanguineti. Che dire? I poeti dovrebbero scrivere poesie. Specialmente quando lo fanno bene.

Euston Manifesto

Provo a rispondere a chi mi ha chiesto, in pubblico e in privato, le ragioni dell'adesione all'Euston Manifesto e la partecipazione alla sezione italiana dello stesso. Le riserve sono molto simili; si trova l'EM superficiale e generico, privo di contenuti e proposte legate all'analisi economica, con affermazioni talmente vaghe da poter essere sottoscritte praticamente da chiunque e allo stesso tempo forieri di chissà quali disastri pratici.
Ora, l'EM è appunto, un manifesto. Una dichiarazione di intenti che deve essere integrata necessariamente da una serie di contributi ed elaborazioni che possono (ma non necessariamente devono) portare a distinguo essenziali per quel che riguarda le possibili azioni politiche che da esso possono scaturire.
Per quel che mi riguarda ho ritenuto che le dichiarazioni di principio - di fondo, se preferite - dell'EM fossero un discrimine per potersi collocare a sinistra. Il mio personale percorso di riflessione politica deve molto all'opera di personaggi della contemporaneità quali Baumann e Sen, senza ovviamente dimenticare i "classici" da Montesquieu a Marx passando per Mill.
In questo personale e necessariamente individualistico viaggio ho maturato la convinzione che il terreno comune della sinistra, un terreno comune labile e incerto, passa attraverso i diritti dell'individuo. A mio modo di vedere chiunque sottoponga i diritti dell'individuo (al lavoro, alla salute, all'integrità fisica, alla libertà di movimento, di opinione, e chi vuole continui la lista) a altre considerazioni non può collocarsi a sinistra.
Ha certamente un'opinione rispettabilissima (a seconda dei casi) ma non può pensare di appartenere - adesso, nel XXI secolo, - ad una corrente di opinione che si richiama al progresso sociale.
L'EM ha assolto al dovere e alla necessità di tracciare dei confini e di delimitare uno spazio.
Chi nega - in virtù del consenso a una religione, del rispetto della sovranità nazionale, della tolleranza per le culture "altre", dell'affermazione di una ideologia - la possibilità anche solo teorica di portare aiuto al proprio simile nella sua esistenza concreta e terrena non si colloca a sinistra. Non so dove sta, ma io certamente sono da un'altra parte.
Dalla parte dell'EM.

Antropologia urbana

Mastroviti e la vita sentimentale a Londra. Esilarante.

13 settembre 2006

Telecom /2

Su it.politica.sinistra (link nella colonna a sx) Marco D'Itri interviene su Telecom con alcune considerazioni interessanti.

"Ormai è assodato che in Italia non esistono liberali e tocca alla sinistra garantire la concorrenza. Quindi è necessario rinforzare immediatamente l'Autorità per le Comunicazioni per cercare di recuperare gli ultimi anni, in cui Telecom ha reso irrilevanti tutti i piccoli concorrenti e buona parte di quelli medi. La rete fissa di accesso (i doppini che vi arrivano in casa e le centrali a cui sono attaccati, per capirci) è quasi un monopolio naturale e la sua proprietà è una enorme barriera all'ingresso di nuovi soggetti nel mercato. Bisogna quindi regolamentare in modo equo la vendita di servizi all'ingrosso agli altri operatori. Se poi Telecom vorrà venderla allo Stato per fare cassa tanto meglio, purché il prezzo non sia gonfiato. Questo per la parte più tecnica. Non bisogna però dimenticare che ora Telecom ha la velleità di diventare un editore multimediale, e quindi ci avviamo in un futuro in cui il mercato sarà formato sostanzialmente da:

- RAI
- Mediaset
- Sky
- Telecom/Pirelli
- Gruppo l'Espresso (se troverà le risorse per andare avanti)

I primi 4 hanno una propria rete di distribuzione, il quinto solo un TV digitale che per ora serve a poco. Che spazio c'è per altri soggetti? Garantire a tutti la possibilità di creare una Internet-TV indipendente sarà in futuro una battaglia non meno importante di quella di oggi per l'accesso alle frequenze della TV analogica.
(Come argomento correlato segnalo http://www.regoleperiptv.it/ .)

[1] http://www.newsland.it/nr/browse/it.fan.marco-ditri/8158.html"

Altre considerazione le scrive sull'ng it.fan.marco-ditri.
Vi riporto anche queste:
"È evidente che si tratta di una operazione finanziaria e non industriale, quindi giustificarsi inventando strategie è poco credibile.
Le telco mobili sono state redditizie (o meglio: hanno fornito buoni ricavi, perché hanno buttato un mare di soldi nelle licenze 3G e in idiozie come IMS) fino ad ora e lo saranno finché sarà possibile differenziare i prezzi[1].
Ma questa situazione non può durare in eterno, qualche mese fa sono usciti i primi celluari GSM+WiFi che usando SIP[2] permettono agli utenti di comprare il traffico telefonico da chi vogliono (e - orrore -telefonare gratis ad altri utenti VoIP) pagando al gestore mobile solo
il traffico dati.
In prospettiva quindi gli operatori mobili sono destinati a rinnovarsi radicalmente (e diventare molto molto più leggeri) o finire stritolati dai debiti. E notoriamente le telco non sono brave a rinnovarsi. :-)
Tra un paio di anni potremmo concludere che vendere TIM sia stata la scelta giusta, ma dubito che sarà fatto per questi motivi.

Quello che mi sembra molto più interessante è l'altro scorporo annunciato, quello della rete fissa. Si tratta di una operazione auspicabile e necessaria per permettere ai concorrenti l'accesso a condizioni eque a un mercato con enormi barriere di ingresso, ed è una condizione quasi irrinunciabile per garantire la concorrenza[3].
Scrivo "quasi" perché risultati simili si potrebbero ottenere con un robusto intervento da parte delle Authority sulle comunicazioni e sulla concorrenza, ma almeno fino ad ora è mancata la volontà politica perché agissero adeguatamente e Telecom ha potuto fare più o meno tutto quello che ha voluto.
Al miniconvegno del MIX di qualche mese fa un importante dirigente di Telecom, tra gli sguardi stupiti e un po' incazzati della platea e degli altri oratori[4], aveva spiegato ai concorrenti come lo scorporo della rete fissa sarebbe ingiusto, tecnicamente difficile e in ultima analisi fermerebbe l'innovazione e farebbe piangere Gesù Bambino.
Certo nessuno ha pensato che ci credesse veramente, però è interessante come in un'estate la posizione ufficiale dell'azienda sia cambiata radicalmente, almeno a parole. Mi sembra improbabile che si siano decisi a scorporare la rete solo perché con il nuovo governo l'authority ha fatto la faccia cattiva, quindi rimane da chiarire questo punto fondamentale.
Naturalmente bisogna vedere quali parti dell'infrastruttura saranno conferite alla nuova azienda e quali resteranno a Telecom: i doppini? Le centrali? La rete di raccolta? Non è un dettaglio da poco, e comunque finché la proprietà rimarrà unica rimane indispensabile un intervento deciso dell'authority.

Sulle velleità di campare come "media company" (cioè come distributore di film e programmi TV assortiti) non mi dilungo. Mi limito a notare che non c'è molto spazio per intermediari a meno che gli utenti siano tecnicamente obbligati a comprare dalla telco che gli vende la connettività. È il sogno proibito di tutte le telco, ma non sembra che in Europa l'avranno vinta."


[1] cioè vendere il traffico voce a un prezzo molto più alto del
traffico dati, nonostante siano quasi la stessa cosa.
http://wikipresidio.jus.unitn.it/drm/index.php/Discriminazione_dei_prezzi
[2] il protocollo per gestire telefonate tramite Internet, non la
vecchia azienda telefonia pubblica:
http://en.wikipedia.org/wiki/Session_Initiation_Protocol
[3] a margine segnalo http://www.regoleperiptv.it/
[4] memorabili le occhiate insofferenti di Paolo Nuti di MCLink.

Telecom

Vi propongo la lettura di un post di Maurizio Codogno (.mau.); mi sembra molto interessante per fare fare il punto su una storia tutta italiana.

"Lo sapete, io in Telecom ci lavoro, praticamente da vent'anni. Non sono certo così in alto nella gerarchia da avere notizie di prima seconda o anche quinta mano, ma le cose si vedono. E quello che vedo io è una sconfitta completa di Marco Tronchetti Provera e di Riccardo Ruggiero: ecco la storia vista da dietro i miei occhiali. Per una volta non sarò breve."

E visto che non è breve ma è da leggere per intero, continuate sul suo blog.

12 settembre 2006

Cronache cittadine (Bologna)

Anche stavolta Il terzo desiderio colpisce per ironia e leggerezza. Detective per caso è da leggere.

Tragedie esistenziali (e per sfortuna c'è il web)

Tangentopoli e le inchieste collegate hanno lasciato sul tavolo molti cadaveri eccellenti; persone note, politici all'apice del successo. E sono nomi che ricordiamo tutti. Quelli che ci siamo dimenticati sono i peones, quelli eletti per far numero, senza nessuna qualità politica o competenza particolare e che nel marasma si sono ritrovati fuori dal carro. Magari saliti alla ribalta per un supposto fatto di cronaca, gonfiato e utilizzato ad arte, e che nella bufera postmoderna hanno perduto ogni punto di riferimento. E con questo anche i piccoli privilegi, lo stipendio, l'attenzione dei giornalisti e dei media. So che potrebbe sembrarvi cosa da poco, ma immaginatevi nella stessa situazione. Improvvisamente esclusi dalle liste dei candidati o trombati alle elezioni vi ritrovate senza lavoro, senza una competenza specifica, senza la piccola corte che anche l'ultimo degli eletti si trova intorno. E come nel mondo degli affari anche nel mondo politica un fallito è evitato come la peste. Non solo non serve più ma lo si evita anche per antico pregiudizio che quasi impone di schivare le persone sfortunate e sole. E da un giorno all'altro ci si deve inventare qualcosa, anzi si deve proprio inventare la giornata (e non di rado anche inventarsi se non un lavoro quantomeno un introito).
Trenta anni fa sarebbe stata almeno una fine rapida. Una sorta di stella cadente che esce e rientra nel "buio" di una esistenza normale, una ubriacatura di successo che svanisce rapidamente. Privo dell'accesso ai media uno scarso politico trombato rientrava in fretta nella politica locale e magari veniva consolato con un incarico all'usl, un posto da segretaria alla comunità montana, se aveva un diploma poteva fare l'impiegato di concetto in qualche cooperativa.
Oggi c'è il web. E si coltiva il sogno di poter riprendere la carriera interrotta. Un sito web, un blog, la possibilità di mandare mail ai giornali sui fatti del giorno. Tre commenti a un post o una discussione di cinque persone sul sito sembrano successi forieri di un ritorno in grande stile.
La possibilità di una nuova ribalta obnubila i sensi e acceca l'anima. Il nostro politico trombato entra in un meccanismo che non è in grado di controllare e che porta alle affermazioni più estreme in cerca di un pubblico che ama le emozioni forti, e che vive una vita di riflesso giocando un gioco che è drammaticamente reale. Si finisce in questo per alimentare una speranza nata spezzata, erosa dalla vita, dalle possibilità personali e dalle circostanze. Il politico trombato, ormai un disoccupato senza arte, che non possiede nemmeno il fascino decadente del gentiluomo finito in rovina tra debiti di gioco e amanti onerose, si convince che può farcela di nuovo, che risalire la china è possibile.
E' l'ultimo inganno, quello più doloroso. E anche l'ultimo spettacolo, quello più indecoroso.
Se incontrate uno di questi personaggi siate pietosi, non commentatene le gesta, ma lasciate piuttosto sul loro blog l'indirizzo di un corso di riqualificazione del personale. Sarà un consiglio utile, anche se non gradito.
Come al solito la situazione è nettamente peggiore se il personaggio in questione è una donna. Al fallimento professionale con gli anni si somma la fine dell'età fertile e a volte anche la solitudine affettiva. Come al solito le donne pagano un prezzo più alto. Ricordiamocene quando ridiamo di loro o - peggio - ne esaltiamo le gesta incuranti del dolore che provochiamo.

11 settembre 2006

Croazia/2

Anche questa foto non è mia. Ma resta che il rafting sul Cetina è un'esperienza. (e anche solo affittare una barca per risalirne un po' il corso).

Croazia

Le cascate del Krka. Se riuscite a evitare le guardie forestali potete fare almeno quattro tuffi in successione. Io non ne viste :-).

08 settembre 2006

emozioni

Il palazzo di Diocleziano mi appare meno imponente che nel ricordo. Ma non avevo visto il sito di Solana, splendido. Per non parlare delle discese in rafting sul Cecina.

07 settembre 2006

In ordine sparso

La strada costiera che porta a Dubrovnik apre alla vista piccoli scorci di mare nei quali le montagne si tuffano a picco.
Ho una sensazione di straniamento; sono stata in questi luoghi molti - tanti - anni fa. Prima del muro, prima e dopo la morte di Tito. Dell'ultimo viaggio, nel 1982, mi assalgono i ricordiČ che fine ha fatto Nede, che mi ha accompagnato a vedere il palazzo di Diocleziano, in una visita frenetica prima che partisse la corriera per Mostar? Aveva diciassette anni ed era incinta, ma non lo sapevamo ancora mentre con gli zaini in spalla correvamo dietro alla corriera. Me lo scrisse qualche mese dopo, una cartolina e poi il silenzio.
Mi fermo a mangiare qualcosa prima di Omis; dei miei due compagni di viaggio solo uno risponde all'appello del caffe', l'altro resta in auto a dormire.
Sono le sette di mattina e ci sono ventisei gradi, queste giornate promettono bene.
Faccio davvero fatica.
La guerra iugoslava e' stata per me un dramma personale. Non riuscivo ad accettare l'idea che l'Europa potesse assistere senza intervenire. Sentivo l'onta, la vergogna. Le immagini dei tg e dei giornali mi colpivano allo stomaco, e non in senso figurato. Mi venivano i conati e finivo in bagno a vomitare.
Non andro', in questo viaggio a Mostar, a Banja Luka, a Sebrenika. Non posso.
Come non posso impedirmi di scrutare le persone che mi vedo intornoe chidermi: dov'eri? cosa hai fatto dieci anni fa? hai stuprato? hai ucciso?
L'uomo che mi vende le sigarette ha circa cinquant'anni e una cicatrice sul braccio.
L'altro braccio e' immobile lungo il fianco. Inutile. Come l'Europa allora.

Altro giro, altro regalo


Questa volta l'alba in auto mi ha regalato Spalato.

05 settembre 2006

Fine estate

Quest'anno non mi rassegno all'autunno che incombe. Ho deciso che mi serve un'altra settimana di stacco e stasera parto per la Croazia. Direi che ci sentiamo la settimana prossima.

01 settembre 2006

Nulla appare invano

E' il titolo di una raccolta di Roberta De Monticelli pubblicata da Baldini Castoldi Dalai. Nonostante tutto, in Italia non mancano le teste filosofiche di pregio. A prescindere dal fatto che si condivida o no la loro riflessione studiosi come Severino, Rovatti, Cacciari, Penzo (è mancato da poco purtroppo) hanno qualcosa da dire.
Ma su tutti io preferisco Roberta De Monticelli.
Per capacità di analisi, stile di scrittura, chiarezza espositiva che non concede nulla alla banalizzazione.
E anche in questo libro, che raccoglie articoli già pubblicati su una rivista, e che quindi è adatto anche a coloro non particolarmente versati a questo tipo di letture, non si smentisce. Chiara, profonda, "semplice" alla maniera di Platone.
Nulla appare invano