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26 marzo 2008

Montezemolo o del surreale.

Davvero, io non so chi scriva i discorsi di Montezemolo. Mi viene davvero il sospetto che risparmi e faccia da solo altrimenti non mi spiego come possa pagare chi pare avere come preciso impegno professionale quello di mandarlo in giro a fare figure da pirla.

A gennaio 2007 Montezemolo propone di risanare l'italica imprenditoria con l'industria della moda, come risposta - anche - alla produttività asiatica. Foulard contro il resto del mondo.

A maggio 2007 si presenta nel tempio universitario della confindustria a incitare gli studenti copiare e barare agli esami.

Oggi, a un convegno organizzato dalla Luiss se ne esce con queste perle:
"Gli industriali, inoltre, vedrebbero anche di buon occhio una eventuale fusione tra il ministero del Commercio internazionale e quello degli Affari esteri, per dare luogo all'auspicata unitarietà d'azione nella nostra politica internazionale». No, poi, al modello federalista nell'internazionalizzazione». Il presidente di Confindustria sollecita un intervento urgente sul ruolo delle regioni. «È ormai provato, al di là di ogni ragionevole dubbio, che le missioni di governatori e assessori, spesso inutili e controproducenti, creano dispersione di energia, di denaro e sono di scarsa utilità per gli imprenditori»." dal sito del sole24ore.


Dunque, secondo Montezemolo la politica estera italiana deve essere dettata dalle esigenze di Confindustria, che lui guida. Lui, che vuole contrastare i cinesi e l'asia in generale con i foulard e i maglioni. Immediatamente dopo si lamenta perchè le persone che eleggiamo noi non fanno gli interessi suoi.

Ora, è evidente che le idee di Montezemolo sono quelle che sono. Certamente non coincidono con le mie (anzi, io trovo anche molto complicato definire le sue come "idee"), ma non ho intenzione di discuterle, anche perché sono indiscutibili. Come si fa a discutere con uno che:
1. pensa che sia economicamente vincente proporre dei foulard contro economie come quelle indiane/cinesi;
2. Non si rende conto che una figura di governo, anche locale, non può (non dico nemmeno non deve) far coincidere tutto il suo operato con l'interesse di una parte - peraltro minoritaria - dell'elettorato?

Quindi, le idee sono quelle che sono. Ma almeno lavorasse sul piano della comunicazione. Invece no. Le dice così, come le pensa.

Suvvia, a casa quei ghostwriter da strapazzo. Trovategli qualcuno che sia in grado di spiegargli come è possibile dire fesserie facendosi prendere sul serio.

30 maggio 2007

Senza parole




Il Presidente della Confindustria va a parlare agli studenti di una delle università private più famose e gettonate. Per essere precisi va a parlare agli studenti della "sua" università.
E cosa dice loro?

"Il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo confessa di aver avuto a scuola un antico amore sempre gelosamente custodito: copiare. «A scuola ero campione mondiale di copiatura» e questo dimostra «che anche chi copia ha speranza».
CONFESSIONE - La confessione sulla pratica scorretta sui banchi di scuola arriva di fronte alla platea di giovani studenti della Luiss (di cui è il presidente), che hanno partecipato a una giornata di orientamento professionale. «Credo di non aver rivali per tecniche e sofisticatezza. Trovavo sempre il modo per mettermi vicino a uno bravo e generoso che mi permettesse di copiare», ha detto Montezemolo. Il leader degli industriali ha quindi ricordato di quando l'avvocato Agnelli gli raccontava l'episodio del nonno che mandò alcuni dipendenti della Fiat in visita agli stabilimenti americani della Ford raccomandandosi con loro: «osservate bene ma non vi venga in mente di inventarvi nulla, copiate e basta». " dal corriere della sera.

Con due frasi Montezemolo affossa etica, correttezza, ricerca; ridicolizza l'università, dileggia l'impegno, plaude alla frode.

Che l'università italiana stia attraversando un generale periodo di crisi mi pare evidente.

Che lo stato della ricerca in Italia sia pietoso altrettanto.

Ma che il Presidente della Confindustria abbia il coraggio di dire a degli studenti universitari destinati - vista la scelta dell'università (privata, della confindustria) - a entrare con ruoli dirigenziali nelle industrie del nostro paese che studiare non serve e che l'importante è copiare quello che hanno fatto gli altri...ecco, è cosa che mi stupisce.

Non è necessario essere preparati, bravi, originali. Basta saper sfruttare il lavoro e le ricerche altrui. Non serve perdere tempo sui libri, nei laboratori. Non serve finanziare la comunità scientifica.

Basta copiare.



19 novembre 2006