Visualizzazione post con etichetta scelte. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta scelte. Mostra tutti i post

15 luglio 2008

Classifica delle Università

Ieri il sole24ore ha pubblicato la classifica delle università italiane. I punti chiave sono docenza, organizzazione della didattica e ricerca.
Gli indicatori sono:
1. Docenti di ruolo che hanno ottenuto un giudizio positivo su Prin di ateneo.
2. Disponibilità economica per la ricerca scientifica per docente di ruolo
3. Entrate per la ricerca provenienti da enti esterni
4. percentuale di matricole con alto voto di maturità
5. di immatricolati da fuori regione

I link diretti alle classifiche, distinti in voce per voce e complessivi, li trovate sempre nella stessa pagina. (non so perché non riesco a metterli direttamente).

E' possibile discutere i criteri scelti, e anche il peso delle singole voci, ma nella classifica complessiva il 27° (ventisettesimo) posto di Bologna con 495 punti su un massimo di 900 non me l'aspettavo.

Per tornare ai criteri: che senso hanno i primi due, considerando che i docenti a contratto sono una percentuale che in certi atenei supera il 50%? E che - per contratto - sono tenuti alla sola didattica? (prima o poi qualcuno mi spiegherà come sia possibile una didattica universitaria senza ricerca)
E il terzo? A me pare evidente che un ateneo ad alta specializzazione nelle scienze umanistiche e umane attrae meno investimenti esterni all'università rispetto ad altri.


09 febbraio 2008

Socrate - parte seconda

I Trenta vengono sconfitti dai democratici di Trasibulo, e non senza l'appoggio di un'altra fazione spartana, quella di Pausania, che si oppone a Lisandro, primo ispiratore del governo fantoccio.


I superstiti dei tiranni si rifugiano ad Eleusi (Crizia è già stato ucciso in battaglia).
Verranno uccisi tre anni dopo, a tradimento. Senofonte invece se ne va a combattere con Ciro, e poi ci racconta come è andata nell'Anabasi.


Ad Atene intanto si delibera una sorta di amnistia generale, alla ricerca della pacificazione della città; dall'amnistia vengono esclusi solo i reati di sangue.

Perchè c'entra il processo a Socrate con tutta questa vicenda.

Che nello stesso anno non viene processato solo lui, ma sono celebrati almeno altri quattro/cinque procedimenti, tutti a carico di persone con legami con i Trenta, e tutti - più o meno - con accuse vere, anche se pretestuose.

E pare alquanto probabile che, lungi dal voler colpire il Socrate "filosofo" si trattasse di andare a prendere il Socrate maestro di Crizia e Senofonte, certamente una figura emblematica tra quelli "rimasti in città", acquiescenti quando non collaboratori della tirannide. E che costoro avessero impedito a Socrate di avere contatti con i giovani della città non sembrava poi tanto a suo favore, considerato che a nessuno, nè democratico nè oligarca aveva mai sopportato più di tanto l'influenza di Socrate sui giovani.

Ma torniamo un po' indietro oppure, andiamo avanti, come preferite, che quello che sappiamo di Socrate viene scritto negli anni - e nei secoli - successivi alla sua morte.

Partiamo dal grande pubblicitario di Socrate, dal suo esperto del marketing, quello che ci ha confezionato l'immagine grandiosa del filosofo: Platone.

Il Socrate consegnato alla filosofia - e alla storia - è quello che emerge dai dialoghi platonici. Vediamone qualcuno.


Eutifrone
Socrate è convocato dall'arconte, e davanti al tribunale incontra Eutifrone. Ovviamente Socrate gli chiede cosa fa in tribunale (oh, i fatti suoi mai eh, Socrate?) e il tipo gli dice che è andato a denunciare il padre, che ha commesso un assassinio. Socrate lo convince che denunciare il padre è un atto di empietà.

Fedone
Il dialogo è ambientato in carcere. E' arrivata la nave da Delo ed è quindi l'ultimo giorno di vita per Socrate. Si sparge la voce e gli amici si precipitano da lui, e li trovano Santippe con il figlio piccolo di Socrate in braccio (talchè si può desumente che Santippe avesse una trentina d'anni meno del marito). Ben felice di sparare cazzate bevendo con gli amici Socrate, senza nemmeno salutarli, fa sbattere fuori moglie e figlio.

Cratilo
In questo dialogo Socrate discute con un seguace di Eraclito, e perde. Nonostante gli sforzi di Platone perde. Tanto è vero che l'ultima frase del dialogo è di Cratilo che dice: " Socrate [...] cerca di riflettere ancora su questo problema" (traduzione: fesso, non hai capito niente).

Teeteto
Qui la voce narrante è quella di Terpsione che, molti anni dopo, racconta il dialogo tra Socrate e Teeteto ragazzino. Qui Socrate cerca di incastrare Teodoro (che non c'è), maestro del ragazzo, e non ci riesce nemmeno. Bella correttezza, direte voi e dico io. Fortunatamente lo deve mollare per andare in tribunale (Platone insiste spesso su questa cosa del tribunale, chi frequenta usenet riconoscerà meccanismi compulsivi ben noti al limite del lamerismo), anche perchè non contento di tentare di mettere il buca il ragazzino cerca anche di sedurlo e gli da appuntamento per il giorno dopo, stesso posto, stessa ora. No dico, questo sta andando in tribunale per difendersi da un'accusa che prevede la pena di morte, parte dell'accusa è il suo comportamento verso i ragazzini...

Sofista
E' il dialogo del giorno successivo. Avendo capito che con Socrate non si vince, Platone fa intervenire un altro, e a discutere con Teeteto ci mette un straniero di Elea, che sostiene le tesi di Platone (che Socrate non sarebbe stato credibile a criticare Parmenide, e questo lo sapeva bene anche il suo allievo). Stronzo come nessuno, Platone mette un concittadino di Parmenide a distruggerlo. Qualcuno ha parlato di "messa in scena di parricidio", mi pare eccessivo ma rende l'idea della bastardaggine di Platone.

Politico
Siamo sempre nello stesso giorno. Teeteto non c'entra niente, ma c'è ancora. Socrate non lo molla un minuto il ragazzino.

Fedro
Di questo dialogo permettetemi di riportare e commentare le frasi iniziali:

SOCRATE: Caro Fedro, dove vai e da dove vieni? (al solito, Socrate curioso come una scimmia)

FEDRO: Dalla casa di Lisia, Socrate, il figlio di Cefalo, (1) e vado a fare una passeggiata fuori dalle mura. Ho passato parecchio tempo là seduto, fin dal mattino; e ora, seguendo il consiglio di Acumeno,compagno mio e tuo, faccio delle passeggiate per le strade, poiché, a quanto dice, tolgono la stanchezza più di quelle sotto i portici.

SOCRATE: E dice bene, amico mio. Dunque Lisia era in città, a quanto pare. (qui si capisce benissimo che Socrate rosica)

FEDRO: Sì, alloggia da Epicrate, nella casa di Monco, quella vicino al tempio di Zeus Olimpio.

SOCRATE: E come avete trascorso il tempo? Lisia non vi ha forse imbandito, è chiaro, i suoi discorsi? (è chiaro che è furente, questi non solo banchettano con Lisia dalla mattina presto, ma si lasciano anche incantare dai suoi discorsi)

FEDRO: Lo saprai, se hai tempo di ascoltarmi mentre cammino.

SOCRATE: Ma come? Credi che io, per dirla con Pindaro, non faccia del sentire come avete trascorso il tempo tu e Lisia una faccenda «superiore a ogni negozio»? (e figuriamoci se non vuol sapere cosa ha detto Lisia!)

FEDRO: Senza dubbio, Socrate, l'ascolto ti si addice, poiché il discorso su cui ci siamo intrattenuti era, non so in che modo, sull'amore. Lisia ha scritto di un bel giovane che viene tentato, ma non da un amante, e ha comunque trattato anche questo argomento in modo davvero elegante: sostiene infatti che bisogna compiacere chi non ama piuttosto che chi ama. (non so a voi, ma a me questa frase fa specie, è che Socrate passa sopra anche agli insulti pur di parlare di sesso. Provate a pensare, incontrate un conoscente, e questo vi dice: "oh, proprio un discorso adatto a te abbiamo fatto, si parlava di stupri di cani" voi che fate? Socrate non fa una piega invece.

Protagora
Questo dialogo comincia così:

AMICO: Da dove salti fuori, o Socrate? Ma è chiaro, sicuramente torni dalla caccia al bell'Alcibiade! L'ho visto ieri l'altro, e mi è parso ancora un bell'uomo, e tuttavia ormai uomo, sia detto fra noi, o Socrate, che si è già quasi coperto di barba!
SOCRATE: E con questo, allora? Non sei ammiratore di Omero, il quale sosteneva che l'età più grata è quella di colui al quale spunta la prima barba, appunto l'età che ha ora Alcibiade?
AMICO: E ora che fai? è veramente da lui che vieni? E in che disposizione d'animo è, il giovanotto, nei tuoi riguardi?
SOCRATE: Buona, almeno mi è sembrato; anzi, oggi in modo particolare!

Possiamo solo dedurre che insultare Socrate quando passava per la strada era sport decisamente praticato ad Atene.

E questi sono stralci scritti da chi lo difendeva, e non siamo ancora arrivati ad Aristofane.



15 ottobre 2007

Primarie e primati

Non sono andata a votare alle primarie.
Solo che il punto non pare essere questo, ma il fatto che si debbano spiegare le motivazioni. Le quali motivazioni sono in contraddizione tra loro, e questo è un bel problema. Non per me, ma per chi crede che le ragioni per le quali si fa o no una cosa debbano essere coerenti, cogenti e finanche in ordine (crescente o decrescente) di importanza e pertinenza. (vedi post di nullo, per esempio).

Non sono andata a votare alle primarie.
L'altro giorno un'amica - rosalux - mi ha suggerito di leggere un post in cui veniva citata Susan Sontag. Mi sono rifiutata, non per il post (che per altro avevo già letto, ma avevo voglia di fare i capricci) ma perchè non sopporto Susan Sontag. E anche a questa affermazione ha fatto seguito una richiesta di spiegazioni. Perchè non ti piace Susan Sontag? Non mi piace nemmeno la mostarda!

Non sono andata a votare alle primarie.
Qualche giorno fa, in giro per Urbino, riflettevo come le città ideali della filosofia e della letteratura siano fortunatamente ideali. Basta leggere la Repubblica di Platone e poi chiedersi: ma io ci vorrei vivere in questo posto? Chiunque sia minimamente ragionevole e che abbia a cuore la sua serenità, per non dire felicità, non ha dubbi sulla risposta.
Il luogo adatto alle città ideali è nella spazzatura della storia. (sono certa che una macchina di amorosa grazia non sarebbe d'accordo).

Non sono andata a votare alle primarie.
I test hanno su di me un'attrazione fatale; no, non quelli del mensa o compagnia, ma le frattaglie dell'interpretazione psicologica o finanche quelli un po' più seri e strutturati.
Perdo tempo a fare e a cercare test quando non vengo a capo di qualche problema; allora lo lascio da solo a risolversi e vado a vedere quanto sono geek (per esempio).

Non sono andata a votare alle primarie.
Tra giovedì e sabato ho avuto un vero e proprio crash informatico che, partito dalla chiavetta usb, ha pensato bene di coinvolgere tutto ciò che di informatico - hardware o software che fosse - potevo toccare. Giovedì sera, in preda allo stress da preconferenza, alle ventitrè accendo portatile e attacco la chiavetta usb con sopra testo e immagini che dovevo presentare il giorno dopo.
Il portatile emette la sua condanna definitiva "PERIFERICA NON RICONOSCIUTA". E tutti i miei tentativi di presentarli nuovamente sono stati vani. Altro non mi rimane da fare che prendere la penultima versione e aggiornarla. Ho finito alla quattro di mattina. Murphy evidentemente mi teneva una mano sul capo, perchè decido non solo di salvare sul portatile l'ultima versione, ma anche di spedirmela a due indirizzi mail che controllo solo da web.
Alle sette la sveglia. Alle dieci sono a Pesaro, davanti alla stazione, e ho mezzora da perdere in un'attesa. Accendo il portatile. Si spegne. Lo riaccendo. Si spegne di nuovo. Mi consolo pensando che nell'aula predisposta per la conferenza c'è un pc e che Urbino è coperta dal wireless. Posso recuperare il mio file in un qualunque momento prima dell'inizio della conferenza.
E invece no. L'aula è un bunker sotterraneo. (comunque alla fine ci sono riuscita).

Non sono andata a votare alle primarie.
Eh, no.