Visualizzazione post con etichetta amicizie. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta amicizie. Mostra tutti i post
04 giugno 2008
12 febbraio 2007
Interrogativi del lunedì
Il lunedì mattina di solito non si distingue dalle altre; questo in particolare invece spicca nel panorama settimanale, o almeno lo spero.
Casa mia la mattina è una specie di porto di mare, passano tutti a farsi il caffe', mangiarsi i biscotti, dare un'occhiata al giornale che mio padre mi recapita all'alba - più o meno - e che io di solito leggo a cena. Il fratello viene a cercare il thè che si scorda sempre di comprare e visto che c'è se lo fa direttamente, mia madre è meno invadente, lei le paste se le porta, semmai allunga le mani sullo yogurt. Mio padre, con la scusa del decoder che non funziona viene a scroccare sky news e pezzo di crescente (eh, ma la porto io scusa! si, ma poi se te la mangi non vedo l'utile).
Poi ci sono quelli che vivono direttamente qui (che se non altro sarebbero anche più legittimati). Insomma, la mattina è tutto un incrociarsi, che io regolarmente mi perdo perchè dormo, e tutti sanno che non esiste iattura peggiore di un mio precoce e incazzoso risveglio (incazzoso perchè precoce).
Insomma a farla breve stamattina mi sono goduta tutto questo circo, compreso il topo che - assolutamente stupito - correva per casa al grido di "mamma sveia!" contribuendo non poco al vociare generale, (come fanno questi a essere sempre di buon umore prima delle otto di mattina è un mistero).
Fuggo come la peste questa visione da mulino bianco che mi urtica i nervi oltre ogni dire e vado a scoprire cosa mi riserva il destino. (una cazzata da non ripetere mai più, lo dico in anteprima).
La prima tappa è il benzinaio, che mi fa il pieno mentre discute con un cliente biemmevummato dello sciopero appena passato e di quello futuro. Nella foga del discorso costui pensa bene di chiamarmi a testimone e mi apostrofa: "Lei, signora, cosa ne dice di tutti questi scioperi?" Lo guardo esterrefatta, non mi pare possibile che voglia rompere il cazzo proprio a me, mi guardo intorno con la evidente convinzione che si stia rivolgendo a un'altra, ma ci sono solo io.
Quasi sputando le parole: "Sono assolutamente certa che chiunque scioperi abbia sempre ragione." Mi guarda ammutolito, mi gira le spalle e se ne va. Resto in ascolto della reazione a mezza bocca, pronta alla rissa (quella che avevo fuggito a casa, per ovvie ragioni). Niente, non dice niente, sale sulla bmw e parte sgommando. E mi devo tenere l'incazzatura. Comincia a diventare deleteria sul serio la giornata. Non sono le nove ed è già la seconda che reprimo.
E non è nemmeno l'ultima. Appena sbarcata in città mi hanno appioppato un altro corso. E siamo a tre quest'anno; di fronte alle mie deboli proteste mi hanno informato - quasi non lo sapessi - che ci sono docenti che ne hanno quattro, cinque, più i master, e i corsi di perfezionamento, e quelli di aggiornamento, e quelli di alta formazione...non oso interrompere il flusso imformativo, e mentre La Voce sfuma nel sottofondo dei miei pensieri io comincio a divagare. E mi chiedo: ma questa gente quando studia? quando pensa? come si fa a sostenere dodici, quattordici ore di lezione alla settimana? Io non ci riuscivo nemmeno nei pochi anni che ho insegnato al liceo a farne tante. Per me sei sono già il limite, posso arrivare a otto, ma oltre mi arrendo. E invece a questo punto sono a dieci. E deve ancora cominciare il master, e il corso di perfezionamento, e l'editore aspetta Hume, e il saggio sul mito incombe.
E, e, e...fortuna che ieri ho parlato con Candide, organizzando un venerdì da sballo e un we alle terme di Bagno Vignoni che non mi è mai parso così lontano.
Casa mia la mattina è una specie di porto di mare, passano tutti a farsi il caffe', mangiarsi i biscotti, dare un'occhiata al giornale che mio padre mi recapita all'alba - più o meno - e che io di solito leggo a cena. Il fratello viene a cercare il thè che si scorda sempre di comprare e visto che c'è se lo fa direttamente, mia madre è meno invadente, lei le paste se le porta, semmai allunga le mani sullo yogurt. Mio padre, con la scusa del decoder che non funziona viene a scroccare sky news e pezzo di crescente (eh, ma la porto io scusa! si, ma poi se te la mangi non vedo l'utile).
Poi ci sono quelli che vivono direttamente qui (che se non altro sarebbero anche più legittimati). Insomma, la mattina è tutto un incrociarsi, che io regolarmente mi perdo perchè dormo, e tutti sanno che non esiste iattura peggiore di un mio precoce e incazzoso risveglio (incazzoso perchè precoce).
Insomma a farla breve stamattina mi sono goduta tutto questo circo, compreso il topo che - assolutamente stupito - correva per casa al grido di "mamma sveia!" contribuendo non poco al vociare generale, (come fanno questi a essere sempre di buon umore prima delle otto di mattina è un mistero).
Fuggo come la peste questa visione da mulino bianco che mi urtica i nervi oltre ogni dire e vado a scoprire cosa mi riserva il destino. (una cazzata da non ripetere mai più, lo dico in anteprima).
La prima tappa è il benzinaio, che mi fa il pieno mentre discute con un cliente biemmevummato dello sciopero appena passato e di quello futuro. Nella foga del discorso costui pensa bene di chiamarmi a testimone e mi apostrofa: "Lei, signora, cosa ne dice di tutti questi scioperi?" Lo guardo esterrefatta, non mi pare possibile che voglia rompere il cazzo proprio a me, mi guardo intorno con la evidente convinzione che si stia rivolgendo a un'altra, ma ci sono solo io.
Quasi sputando le parole: "Sono assolutamente certa che chiunque scioperi abbia sempre ragione." Mi guarda ammutolito, mi gira le spalle e se ne va. Resto in ascolto della reazione a mezza bocca, pronta alla rissa (quella che avevo fuggito a casa, per ovvie ragioni). Niente, non dice niente, sale sulla bmw e parte sgommando. E mi devo tenere l'incazzatura. Comincia a diventare deleteria sul serio la giornata. Non sono le nove ed è già la seconda che reprimo.
E non è nemmeno l'ultima. Appena sbarcata in città mi hanno appioppato un altro corso. E siamo a tre quest'anno; di fronte alle mie deboli proteste mi hanno informato - quasi non lo sapessi - che ci sono docenti che ne hanno quattro, cinque, più i master, e i corsi di perfezionamento, e quelli di aggiornamento, e quelli di alta formazione...non oso interrompere il flusso imformativo, e mentre La Voce sfuma nel sottofondo dei miei pensieri io comincio a divagare. E mi chiedo: ma questa gente quando studia? quando pensa? come si fa a sostenere dodici, quattordici ore di lezione alla settimana? Io non ci riuscivo nemmeno nei pochi anni che ho insegnato al liceo a farne tante. Per me sei sono già il limite, posso arrivare a otto, ma oltre mi arrendo. E invece a questo punto sono a dieci. E deve ancora cominciare il master, e il corso di perfezionamento, e l'editore aspetta Hume, e il saggio sul mito incombe.
E, e, e...fortuna che ieri ho parlato con Candide, organizzando un venerdì da sballo e un we alle terme di Bagno Vignoni che non mi è mai parso così lontano.
Etichette:
amicizie,
incazzature,
università,
vita quotidiana
Iscriviti a:
Post (Atom)