Ieri sera ho fatto un giro alla festa dell'unità nazionale, che quest'anno si tiene a Bologna. Meglio di altre edizioni, sicuramente, anche se la libreria continua a sembrare un mix tra alfabetizzazione e mercato.
Stendo un velo sul programma culturale e racconto invece dell'intervento del nostro magnifico sindaco, Cofferati, che ha illustrato le grandi e magnifiche sorti progressive che attendono la città.
Per farla breve, alcuni giornalisti intervistavano il sindaco. C'erano tutti i giornali di Bologna, o che hanno una cronaca dedicata alla città: repubblica, il corriere della sera, il resto del carlino, il domani.
Posso dire un incontro- truffa? Nessuna domanda non dico spinosa, ma nemmeno vagamente problematica, un teatro dell'assurdo nel quale le domande erano costruite perché Cofferati potesse rispondere con ampio agio, spesso sfiorando i toni da comizio. A mezzora dall'inizio qualcuno tra il pubblico ha provato a intervenire, peraltro con toni decisamente educati, ma è stato immediatamente zittito dal moderatore del "dibattito" che ha chiarito che non era affatto previsto dal programma che si potessero porre domande al sindaco (eppercarità).
Per cinque volte (poi ho smesso di contare) Cofferati ha chiarito come:
"la cittadinanza non ha la percezione di quello che sto facendo per questa città".
Insomma, per almeno cinque volte ci ha definito imbecilli. E questo senza che nessuno dei giornalisti presenti (visto che il pubblico era stato zittito) pensasse bene di intervenire.
Il punto mi pare invece che la percezione l'abbiamo chiarissima, ed è questo il suo problema.
E infatti, in una platea tradizionalmente amica come quella della festa dell'unità il sindaco ha incassato ben pochi applausi e tutti su affermazioni assolutamente generiche. (anche perché non ne poteva fare altre).
Perché "cronache marziane"? Perchè mi è parso evidente come giornalisti e sindaco vivano (o fingano di) in una città diversa rispetto ai cittadini comuni. Per giornalisti e sindaco i problemi di Bologna sono i lavavetri e gli occupanti di case del comune, e - ovviamente - gli immigrati clandestini.
Non una parola sui rapporti, sempre in peggioramento, con l'università, non una parola sugli affitti che affliggono studenti e lavoratori fuori sede, non una parola sugli appalti, sui bandi di concorso, sulla scuola, sui trasporti pubblici.
Non una parola sul futuro culturale di questa città, in coma da decenni.
La città ringrazia e spera che Cofferati si tolga dai dintorni anche prima della fine della legislatura.
Stendo un velo sul programma culturale e racconto invece dell'intervento del nostro magnifico sindaco, Cofferati, che ha illustrato le grandi e magnifiche sorti progressive che attendono la città.
Per farla breve, alcuni giornalisti intervistavano il sindaco. C'erano tutti i giornali di Bologna, o che hanno una cronaca dedicata alla città: repubblica, il corriere della sera, il resto del carlino, il domani.
Posso dire un incontro- truffa? Nessuna domanda non dico spinosa, ma nemmeno vagamente problematica, un teatro dell'assurdo nel quale le domande erano costruite perché Cofferati potesse rispondere con ampio agio, spesso sfiorando i toni da comizio. A mezzora dall'inizio qualcuno tra il pubblico ha provato a intervenire, peraltro con toni decisamente educati, ma è stato immediatamente zittito dal moderatore del "dibattito" che ha chiarito che non era affatto previsto dal programma che si potessero porre domande al sindaco (eppercarità).
Per cinque volte (poi ho smesso di contare) Cofferati ha chiarito come:
"la cittadinanza non ha la percezione di quello che sto facendo per questa città".
Insomma, per almeno cinque volte ci ha definito imbecilli. E questo senza che nessuno dei giornalisti presenti (visto che il pubblico era stato zittito) pensasse bene di intervenire.
Il punto mi pare invece che la percezione l'abbiamo chiarissima, ed è questo il suo problema.
E infatti, in una platea tradizionalmente amica come quella della festa dell'unità il sindaco ha incassato ben pochi applausi e tutti su affermazioni assolutamente generiche. (anche perché non ne poteva fare altre).
Perché "cronache marziane"? Perchè mi è parso evidente come giornalisti e sindaco vivano (o fingano di) in una città diversa rispetto ai cittadini comuni. Per giornalisti e sindaco i problemi di Bologna sono i lavavetri e gli occupanti di case del comune, e - ovviamente - gli immigrati clandestini.
Non una parola sui rapporti, sempre in peggioramento, con l'università, non una parola sugli affitti che affliggono studenti e lavoratori fuori sede, non una parola sugli appalti, sui bandi di concorso, sulla scuola, sui trasporti pubblici.
Non una parola sul futuro culturale di questa città, in coma da decenni.
La città ringrazia e spera che Cofferati si tolga dai dintorni anche prima della fine della legislatura.