Mi perdonerete se non metto link, ma ho letto le notizie sui giornali di oggi e con questa connessione (dieci minuti solo per aprire la pagina di gmail) non mi metto certo a cercarle in rete.
Allora, il padre del ragazzo ammazzato a Gerusalemme perdona l'assassinio del figlio e dichiara che il ragazzo è stato ucciso per errore. Immagino che se fosse stato ammazzato un ebreo - ché tale pare fosse il proposito - non ci sarebbe stato un errore.
L'altra è la madre della ragazza pakistana uccisa dal padre che pare abbia dichiarato che la ragazza non era una buona pachistana. Il che immagino che spieghi, secondo la signora, l'omicidio.
Ora, certamente ci sono figli che, come questi due, sono davvero poco amati, ma almeno la notizia non appare sulle prime pagine dei giornali.
Ma non gli poteva capitare un'erika qualunque a questi due?
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21 agosto 2006
14 agosto 2006
Tragica inutilità
Anche io, come Eugenio Mastroviti, sono convinta che l'uccisione della ragazza di Brescia abbia poco a che vedere con la religione e molto con il potere (e l'identità).
E aggiungo che la reazione del padre del ragazzo ucciso a Gerusalemme, che ha dichiarato che il colpevole dell'assassinio di suo figlio non è colui che l'ha ucciso ma la situazione in cui versa il paese mi pare molto vicina a questa interpretazione dei fatti.
I padri. L'uno ha ucciso (forse, aspettiamo il processo) per non perdere il potere l'altro giustifica l'uccisione del figlio per non abdicare alla sua interpretazione ideologica del mondo.
Che i figli siano da sempre merce di scambio, affermazione di potere, movente economico è storia antica e anche n po' banale da ricordare. Quello che è meno ovvio è che l'abbiamo dimenticato.
Forse l'unica lezione degli anni sessanta che non dovevamo scordare.
E aggiungo che la reazione del padre del ragazzo ucciso a Gerusalemme, che ha dichiarato che il colpevole dell'assassinio di suo figlio non è colui che l'ha ucciso ma la situazione in cui versa il paese mi pare molto vicina a questa interpretazione dei fatti.
I padri. L'uno ha ucciso (forse, aspettiamo il processo) per non perdere il potere l'altro giustifica l'uccisione del figlio per non abdicare alla sua interpretazione ideologica del mondo.
Che i figli siano da sempre merce di scambio, affermazione di potere, movente economico è storia antica e anche n po' banale da ricordare. Quello che è meno ovvio è che l'abbiamo dimenticato.
Forse l'unica lezione degli anni sessanta che non dovevamo scordare.
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