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13 marzo 2007

Nome in codice: cut a tree

Sono almeno due giorni che fremono discussioni. Le posizioni sembrano e sono inconciliabili. Persone che si conoscono da anni dibattono ferocemente, chiamando in causa e a testimonianza torti antichi, antiche ragioni.
Vengono passate al vaglio le posizioni sull'universo mondo, sul ruolo dell'umano, sull'interazione e sull'integrazione.
Chi urla: "siete razzisti, odiate il meticciato", chi mette sul piano esigenze di ordine e di legalità,non senza appellarsi all'intera armonia naturale.
Chi tace, e vergognosamente non si schiera. (meglio tacere che schierarsi dalla parte del torto comunque).
Chi minaccia di andarsene, e chi se ne è andato(1).
Mentre, inesorabile, l'intera operazione, ormai messa in moto, procede senza esitazione alcuna.

Abbiamo salvato il prugno selvatico, ma salutiamo cinque querce, tre oleandri e uno splendido, ma ormai malato, melo incrociato con chissà che.
Al loro posto arriveranno cinque ciliegi, due peschi e, unica mia vittoria, altri tre alberi di gelso (more bianche e more nere, tiè!)

(1) Io, da Kilombo, anche se ancora non mi hanno tolto.