07 settembre 2006

In ordine sparso

La strada costiera che porta a Dubrovnik apre alla vista piccoli scorci di mare nei quali le montagne si tuffano a picco.
Ho una sensazione di straniamento; sono stata in questi luoghi molti - tanti - anni fa. Prima del muro, prima e dopo la morte di Tito. Dell'ultimo viaggio, nel 1982, mi assalgono i ricordiČ che fine ha fatto Nede, che mi ha accompagnato a vedere il palazzo di Diocleziano, in una visita frenetica prima che partisse la corriera per Mostar? Aveva diciassette anni ed era incinta, ma non lo sapevamo ancora mentre con gli zaini in spalla correvamo dietro alla corriera. Me lo scrisse qualche mese dopo, una cartolina e poi il silenzio.
Mi fermo a mangiare qualcosa prima di Omis; dei miei due compagni di viaggio solo uno risponde all'appello del caffe', l'altro resta in auto a dormire.
Sono le sette di mattina e ci sono ventisei gradi, queste giornate promettono bene.
Faccio davvero fatica.
La guerra iugoslava e' stata per me un dramma personale. Non riuscivo ad accettare l'idea che l'Europa potesse assistere senza intervenire. Sentivo l'onta, la vergogna. Le immagini dei tg e dei giornali mi colpivano allo stomaco, e non in senso figurato. Mi venivano i conati e finivo in bagno a vomitare.
Non andro', in questo viaggio a Mostar, a Banja Luka, a Sebrenika. Non posso.
Come non posso impedirmi di scrutare le persone che mi vedo intornoe chidermi: dov'eri? cosa hai fatto dieci anni fa? hai stuprato? hai ucciso?
L'uomo che mi vende le sigarette ha circa cinquant'anni e una cicatrice sul braccio.
L'altro braccio e' immobile lungo il fianco. Inutile. Come l'Europa allora.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bello questo post!
Comunque volevo solo salutarti! Spero che tu abbia passato una buona estate!

ipazia.dioniso at gmail.com ha detto...

ciao! splendida estate si. spero altrettanto della tua