Sulla proposta Mussi ho rimuginato un po'. E avrei una modesta proposta per una radicale riforma universitaria.
Senza riformare concorsi e metodi di selezione io pensionerei (lautamente) tutti:
a) i ricercatori sopra i 45 (quarantacinque) anni
b) gli associati sopra i 55 (cinquantacinque) anni
c) gli ordinari sopra i 65 (sessantacinque) anni
dopodichè chi resta fa una chiamata nominativa per coprire i posti vacanti e l'anno dopo un bel concorso nazionale (locale, come vi/ci pare).
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4 commenti:
Contivido lo scetticismo sulle vecchie generazioni, ma da dove proviene tutta questa fiducia nei confronti dei giovani italiani?
I concorsi non potranno mai funzionare finché in Italia si continuerà a voler regolamentare i piú minuti dettagli, oltretutto senza mai impegnarsi sui principi generali.
Le chiamate nominative nemmeno fino a che i chiamanti non saranno a propria volta chiamati ad assumersene la piena responsabilità, con le relative conseguenze, positive o negative che siano.
L'unico modo per porre rimedio alla situazione attuale sarebbe una riforma decisa, che contenga sí qualche atto di rottura con il passato, ma che sia soprattutto graduale e prolungata nel tempo in modo da mutare, oltre che l'educazione stessa, anche la relativa percezione nella società.
Temo tuttavia che non sia possibile, per motivi tecnici, concepire e condurre a compimento una simile riforma a lungo termine in un regime democratico all'occidentale: è lo stesso problema che ebbe la repubblica romana nel secolo precedente alla costituzione dell'impero.
ciao fb. non ho nessuna fiducia nelle giovani generazioni. solo che mi pare prioritario rompere un gioco, e romperlo pesantemente. peggio dell'esistente non potrà essere. (è proprio escluso eh?)
In pratica, li licenzi tutti :)
(per i ricercatori, mantenendo il "lautmente", non si potrebbe fare dopo i quaranta?)
massimo, ma certamente. anzi, stavo giusto riflettendo di aggiungere anche i docenti a contratto dopo i quaranta :-D
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