Su repubblica di oggi - quella cartacea, online non ho trovato nulla - c'è un articolo interessante sui finanziamenti alla cultura a Bologna. Quello che mi ha colpito è come riescano, a repubblica, a scrivere facendo passare per normale (quando non benemerito) quello che normale non è. O non dovrebbe essere.
La notizia è nella prima pagina dell'edizione locale e sopra un titolo che recita
La notizia è nella prima pagina dell'edizione locale e sopra un titolo che recita
"Cinque milioni per Mambo, Sala Borsa e sociale"
"Ieri il sindaco ha presentato al cda della Fondazione Carisbo i progetti del comune che saranno finanziati nel 2007 con i contributi dell'ente"
Ora la Fondazione Carisbo a Bologna è un'istituzione benerimerita, che opera in maniera eccellente, con dirigenti e un cda di altissimo livello. Senza l'opera e i fondi che annualmente la Fondazione destina alle iniziative culturali in città a Bologna la situazione sarebbe disastrosa.
Ben diverso il versante comunale; ma per capirlo dall'articolo di repubblica è necessaria un'accurata esegesi.
Andiamo per ordine.
Si comincia con la notizia pura e semplice:
"Cinque milioni di euro dalla Fondazione Cassa di Risparmio al comune per finanziare progetti sociali e culturali per il 2007"
Siamo a maggio, ma non è un problema. Il problema, i problemi, emergono nelle righe successive.
I cinque (5) milioni di euro vanno in gran parte ad attività culturali.
Peccato che per stabilire quali fossero queste attività culturali non si sono visti bandi o gare d'appalto.
L'assessore alla cultura ne prende quattrocentomila (400.000), di cui 100mila vanno al festival jazz (chi l'organizza, con quali concerti, chi fa la promozione, chi cura la grafica? Mah)
Centomila (100.000) euro li prende l'ex senatrice Daria Bonfietti, per il museo su Ustica al Navile, (avreste mai pensato voi che mettere in mostra tre resti di un aereo costasse 200 milioni delle vecchie lire?); poi finanziamento totale delle attività della Cineteca (e qui ci siamo); ma gli 800mila euro per una non meglio specificata attività generale, per la mostra Chaplin, per il portale del cinema muto italiano e per il Fondo Breveglieri (che è?), anche quelli, da quale bando pubblico sono saltati fuori?
Ma viene finanziato anche il "sociale", cribbio, sia mai che manchi il sociale...
"Alla rete di accoglienza al femminile" del progetto minori (esattamente così è scritto a pag. IV dell'edizione locale), istituzione certamente benemerita ma altrettanto sconosciuta, vanno la bellezza di cinquecentoquarantamila (540.000) euro, più un contributo per la sede di centocinquemila (105.000) euro. (Dove hanno la sede? Nelle suite del Baglioni?).
Poi "ai progetti legati all'offerta della scuola d'infanzia paritaria" andranno duecentomila (200.000) euro. Per i meno avvertiti ricordo che paritaria vuol dire privata. E la scuola privata legata all'infanzia è al 99% in mano alla chiesa. Così, tanto per ricordare che anche a Bologna abbiamo un governo di sinistra.
Quattrocentoquarantamila euro per iniziative "a sostegno di maternità e paternità", senza altre specificazioni; piacerebbe non scoprire tra qualche tempo che sono andati ai consultori cattolici.
Quello che resta? Ah! Di quello che resta:
"Non più finanziamenti a pioggia ma concentrati su quelle che riteniamo le priorità" conclude il direttore operativo Cappuzzimati. Come dire, non sperate di mettere le mani nemmeno sulle briciole restanti, che qui abbiamo ancora della gente da accontentare.
Qualcuno viene a riprendersi Cofferati per cortesia? Il rischio che la città torni in mano alla destra alle prossime elezioni mi par quasi una certezza.
"Non più progetti finanziamenti a pioggia ma concentrati su quelle che riteniamo le priorità" la ripeto questa frase, perchè mi ha colpito. Raramente a Bologna si è rivelata con tanta chiarezza l'arroganza del potere che dispone a suo piacimento.
Ben diverso il versante comunale; ma per capirlo dall'articolo di repubblica è necessaria un'accurata esegesi.
Andiamo per ordine.
Si comincia con la notizia pura e semplice:
"Cinque milioni di euro dalla Fondazione Cassa di Risparmio al comune per finanziare progetti sociali e culturali per il 2007"
Siamo a maggio, ma non è un problema. Il problema, i problemi, emergono nelle righe successive.
I cinque (5) milioni di euro vanno in gran parte ad attività culturali.
Peccato che per stabilire quali fossero queste attività culturali non si sono visti bandi o gare d'appalto.
L'assessore alla cultura ne prende quattrocentomila (400.000), di cui 100mila vanno al festival jazz (chi l'organizza, con quali concerti, chi fa la promozione, chi cura la grafica? Mah)
Centomila (100.000) euro li prende l'ex senatrice Daria Bonfietti, per il museo su Ustica al Navile, (avreste mai pensato voi che mettere in mostra tre resti di un aereo costasse 200 milioni delle vecchie lire?); poi finanziamento totale delle attività della Cineteca (e qui ci siamo); ma gli 800mila euro per una non meglio specificata attività generale, per la mostra Chaplin, per il portale del cinema muto italiano e per il Fondo Breveglieri (che è?), anche quelli, da quale bando pubblico sono saltati fuori?
Ma viene finanziato anche il "sociale", cribbio, sia mai che manchi il sociale...
"Alla rete di accoglienza al femminile" del progetto minori (esattamente così è scritto a pag. IV dell'edizione locale), istituzione certamente benemerita ma altrettanto sconosciuta, vanno la bellezza di cinquecentoquarantamila (540.000) euro, più un contributo per la sede di centocinquemila (105.000) euro. (Dove hanno la sede? Nelle suite del Baglioni?).
Poi "ai progetti legati all'offerta della scuola d'infanzia paritaria" andranno duecentomila (200.000) euro. Per i meno avvertiti ricordo che paritaria vuol dire privata. E la scuola privata legata all'infanzia è al 99% in mano alla chiesa. Così, tanto per ricordare che anche a Bologna abbiamo un governo di sinistra.
Quattrocentoquarantamila euro per iniziative "a sostegno di maternità e paternità", senza altre specificazioni; piacerebbe non scoprire tra qualche tempo che sono andati ai consultori cattolici.
Quello che resta? Ah! Di quello che resta:
"Non più finanziamenti a pioggia ma concentrati su quelle che riteniamo le priorità" conclude il direttore operativo Cappuzzimati. Come dire, non sperate di mettere le mani nemmeno sulle briciole restanti, che qui abbiamo ancora della gente da accontentare.
Qualcuno viene a riprendersi Cofferati per cortesia? Il rischio che la città torni in mano alla destra alle prossime elezioni mi par quasi una certezza.
"Non più progetti finanziamenti a pioggia ma concentrati su quelle che riteniamo le priorità" la ripeto questa frase, perchè mi ha colpito. Raramente a Bologna si è rivelata con tanta chiarezza l'arroganza del potere che dispone a suo piacimento.
2 commenti:
io, alle prossime elezioni, voto i Lunapop.
Cazzo no. Non bologna alla destra. Ogni volta che Bologna va alla destra, i comuni della fascia montana si trovano come sindaci tutti i coglioni trombati della nomenklatura cittadina. Gia' non ci siamo ancora liberati di Sassi (il genio delle fioriere in via Indipendenza e' sindaco di Grizzana Morandi) e gia' proponi un'altra carriolata di coglioni da sistemare?
Uriel
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