"60 delle 67 organizzazioni del malaffare italiano sono infatti presenti nella regione dell’Urbe.
Parola dell’Osservatorio tecnico scientifico per la sicurezza e la legalità del Lazio che, per bocca del suo presidente, Enzo Ciconte, ha reso nota la mappatura integrale della criminalità laziale. E la fotografia non è per niente incoraggiante: nella regione sono attualmente “in attività” circa 300 mafiosi suddivisi appunto in una sessantina di “cosche”: venticinque fanno capo a ‘Ndrangheta, diciassette alla Camorra, quattordici a Cosa Nostra e due alla Sacra Corona Unita. Ne restano fuori una manciata, sotto la guida di vari clan isolani.
E Roma, naturalmente, la fa da padrona, con sei gruppi a dominare la scena: secondo la mappa dei grandi clan criminali all’interno della Capitale, la suddivisione è rigorosamente per zone. Al Flaminio operano 5 ‘ndrine (Morabito, Bruzzaniti, Palamara, Speranza e Scriva) a S. Basilio la ‘ndrina Sergi-Marando, ad Ostia c’è la Camorra e Cosa Nostra, a Sud-est la Camorra del clan Senese a Ciampino e Centocelle, i ben conosciuti Casamonica all’Appio, Tuscolano, alla Borghesiana il clan Ierinò.Restano in second’ordine, ma sono comunque in ascesa, la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli, il settore turistico, la ristorazione e la sanità."
Non c'è dubbio, a Roma urge un "commissario per i Rom"
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