Io, in automobile, in doppia fila, in attesa che qualcuno liberi il suo posto. Immediatamente dietro di me, dopo qualche minuto, un'auto si accende e inizia la retromarcia. Sbucato dal nulla, un BMW argento, questo:
manovra in modo tale da impedirmi l'accesso al posto che già s'infutura vuoto. Mi giro perplessa, lo guardo, abbozzo un cenno ma l'energumeno al volante, sguardo fisso nel vuoto, pare chiuso alle percezioni esterne. In una frazione di secondo decido che la rabbia e lo stress accumulati nelle ultime settimane rendono impossibile qualunque azione offensiva, perchè essa (l'azione) arriverebbe all'ultimo sangue - dell'energumeno, e indipendentemente dalla taglia.
Indi mi giro in avanti e - meraviglia quotidiana - vedo un posto libero. Parcheggio, cancellando completamente dalla mia mente l'energumeno in Suv. (n.b. non penso AFFATTO che l'arroganza automobilistica dipenda dalle dimensioni dell'auto o dal sesso. Uno è stronzo indipendentemente dalla macchina posseduta e dagli attributi di genere).
Scendo, compio il mio dovere inondando di monetine il parchimetro e, sulla via del ritorno all'auto, biglietto in mano, mi ricade l'occhio sul Suv, ancora in doppia fila, che la macchina che sembrava liberasse il posto stava - ahilui! - solo facendo manovra.
Per agire l'uomo necessita dell'oblio dice Nietzsche, e in un lampo ho dimenticato infatti le assennate considerazioni di qualche minuto prima. Prima di averlo deciso mi sono diretta verso il Suv, ho delicatamente bussato con le nocche al finestrino e, avendo finalmente ottenuta l'attenzione dell'energumeno, ho completato l'azione così:
Indi mi giro in avanti e - meraviglia quotidiana - vedo un posto libero. Parcheggio, cancellando completamente dalla mia mente l'energumeno in Suv. (n.b. non penso AFFATTO che l'arroganza automobilistica dipenda dalle dimensioni dell'auto o dal sesso. Uno è stronzo indipendentemente dalla macchina posseduta e dagli attributi di genere).
Scendo, compio il mio dovere inondando di monetine il parchimetro e, sulla via del ritorno all'auto, biglietto in mano, mi ricade l'occhio sul Suv, ancora in doppia fila, che la macchina che sembrava liberasse il posto stava - ahilui! - solo facendo manovra.
Per agire l'uomo necessita dell'oblio dice Nietzsche, e in un lampo ho dimenticato infatti le assennate considerazioni di qualche minuto prima. Prima di averlo deciso mi sono diretta verso il Suv, ho delicatamente bussato con le nocche al finestrino e, avendo finalmente ottenuta l'attenzione dell'energumeno, ho completato l'azione così:
Il coro cacofonico della sua reazione imbestialita ha accompagnato il suono argentino delle mie risate per la via.