Primo punto.
Allora, abbiamo un uomo politico che ha un ruolo importante in un centro di cooperazione e sviluppo dei paesi mediterranei. Centro del quale fanno parte anche una serie di ong. Come quelle delle due simone, per intenderci; ora non è una novità per nessuno che intorno alle ong girino un sacco di soldi, sia per gli investimenti che per le persone; chi lavora per una ong prende, meritatamente, un sacco di soldi. Voglio dire, io non ci andrei a lavorare a bagdad o a mogadiscio per quattromila (4000) euro al mese, nemmeno se pagati (come avviene) in italia. Chi lavora in quelle condizioni e a quel rischio imho prende pure troppo poco. Però restano un sacco di soldi, (che escono per lo più, ma non solo, dalle casse dell'UE) e non a caso chi riceve quelle opportunità di lavoro di solito è vicino a qualche gruppo di potere (una delle due simone era stata segretaria di un altro uomo politico, per esempio). Ora, le ong si appoggiano per le strutture, ovviamente, alle imprese del paese da cui provengono, anche per ragioni di stretta
opportunità logistica. Voglio dire, se una ong deve costruire una scuola da qualche parte, se è una ong italiana, mica compra il cemento in spagna eh?
Secondo punto.
Facciamo un passo indietro; negli anni immediatamente successivi allo scioglimento del pci non ci è scannati solo sul simbolo, le sedi, le proprietà del partito, eccetera eccetera, ma anche sulle cooperative. Non è un segreto per nessuno che dalle cooperative venivano versati un sacco di
soldi nelle casse del partito, del tutto giustamente secondo me! In fin dei conti, il pci era il partito di riferimento della maggior parte delle coop, a chi dovevano darli i finanziamenti, ad andreotti? Così, non è un segreto per nessuno che dalle coop venivano "indicazioni" sugli uomini di riferimento, all'interno del pci, più rilevanti per le cooperative stesse. E anche questo non mi pare strano. In fin dei conti, chi paga decide. Resta un fatto però, inevitabile come la morte: le cooperative non possono fare a meno, nel tempo, di integrarsi in un sistema di produzione ben preciso, che diviene il loro contesto di riferimento. In poche parole devono rimanere dentro il mercato, pena il fallimento; e in questo una cooperativa ha delle logiche che non sono diverse da quelle della fiat e di mediaset, per capirci. Ci vogliono fette di mercato, è necessario risparmiare il più possibile sui salari...insomma non è che un sindacalista campi meglio se rappresenta i lavoratori di una coop piuttosto che quelli della fiat. E le cooperative cambiano, si costruiscono sedi prestigiose, cercano i dirigenti sul mercato, aprono banche (che finanziano ong, tra l'altro). E danno i soldi a chi più degli altri si adopera in loro favore. Insomma, si fanno, come fiat, come general motors, come qualunque altra grande impresa di rilevanza nazionale e internazionale, la loro lobby. Niente di male nelle lobby, almeno secondo me, voglio dire, sei in grado di distinguere più facilmente il nemico nel caso. Comunque sia, dopo la disgregazione del pci, le coop devono scegliere a chi affidarsi per il "lato politico", e come tutte le grandi imprese, diversificano il portafoglio: i soldi vanno sempre a sinistra, ma la sinistra si è moltiplicata (e divisa). E i soldi restano gli stessi, a volta calano pure. Quindi comincia la lotta per i finanziamenti prima gestiti dal pci. Adesso, chi tra i politici di sinistra li vuole, se li deve cercare e battersi per averli.
Terzo punto.
Abbiamo un uomo politico che parte da Sassari, dove è responsabile di un centro di sviluppo per l'area mediterranea -e che riceve anche finanziamenti dall'UE e che fa convegni con il Rotary (strana scelta, per un centro di cooperazione lavorare insieme a una lobby opposta, non trovate? Ma pecunia non olet) - , insomma, parte da Sassari e si fa eleggere nella regione che vanta il più alto numero di cooperative per centimetro quadrato. Ci vivo in questa regione, e vi assicuro che ci sono più cooperative che zanzare. E che diventa ministro della giustizia. Se cercate su google "dilibreto + cooperative" trovate la bellezza di 864 (ottocentosessantaquattro) riscontri.
La maggior parte sono progetti di legge e leggi approvate sulle cooperative.
Non mi pare così scontata come occupazione per un ministro della giustizia.
Quarto punto.
Il mercato interno è asfittico, e non solo per le cooperative. L'Ue stanzia fondi per le imprese. Ma le imprese devono lavorare fuori dal paese. Nel nostro caso fuori dall'italia. Che combinazione! C'è un centro di ricerca, che guarda caso vede anche un politico eletto in una regione piena di cooperative che, essendo un centro di ricerca sa tutto sulle condizioni dei paesi del mediterraneo. Una breve interrogazione, un veloce consulto, e, conclusione ovvia, ma non per questo meno lucrosa, ci si focalizza su un paese intero da ricostruire, un paese completamente distrutto, invaso da anni da una potenza straniera, che non ha una casa in piedi, che non ha infrastrutture, che dopo anni di guerra civile e di invasione non ha nemmeno i quadri tecnici, le maestranze, le risorse per rimettersi in piedi. No, non è l'irak, è il libano. Ma in libano comanda la siria. E gli hezbollah. Tocca rimboccarsi le maniche per arrivare prima degli altri, il mercato conosce solo le ragioni di chi comanda, e di chi vince. Non è certo un caso che in italia il dittatore siriano, quella merda di assad, venga così spesso, omaggiato e riverito, ricevuto e benedetto. Tanto importante che repubblica gli dedica veline, dove viene dipinto come un uomo semplice e onesto capitato quasi per caso al vertice di una dittatura tra le più feroci in quell'area, che in fatto di dittature non si fa mancare nulla. i tg (tutti) fanno a gara con ampi servizi, e via discorrendo.
Quinto punto.
Quindi, abbiamo dilibertp che va si fa un bel viaggio. Allaccia rapporti, promette aiuti, e da un segnale ben preciso all'UE (che è quella che mette fuori i finanziamenti), non è che sdogana hezbollah, o almeno non solo. Manda una serie di segnali precisi. Dice all'ue (che paga) che hezbollah è affidabile, che tradotto vuol dire che gli eventuali investimenti non sarebbero in pericolo, dice a hezbollah che arriveranno i soldi, e si accredita come uomo di riferimento in quell'area. Sarebbe interessante sapere chi è andato con lui, chi è stato presentato ai referenti libanesi e siriani, chi ha chiacchierato con chi, nei dopocena in cui gli uomini politici da sempre discretamente si dileguano, come mezzane che hanno esaurito il loro compito. Come fanno, e come sempre hanno fatto, gli andreotti, i bush, i blair. Sarebbe interessante vedere, nei prossimi mesi, chi si aggiudica gli appalti e i finanziamenti dell'UE, quali ong e quali persone partiranno per il libano e la siria, e su quali progetti.
Conclusioni.
Cosa pensiamo di un uomo politico che tratta con una dittatura, che legittima un movimento armato che uccide civili? Se siamo buoni e puri e anche un po' ingenui, pensiamo che lo fa per ragioni politiche, e lo ammiriamo o lo insultiamo a seconda delle nostre convinzioni, per quanto ammirare uno così non è proprio etico, diciamolo. Ma cosa pensiamo di un uomo politico che si muove sotto pressione di interessi economici, che in un paese in guerra vede solo l'occasione di realizzare interessi di grandi imprese, creandosi nel frattempo un bacino di consenso attraverso la distribuzione di soldi pubblici, e di commesse industriali? Che in virtù di questo dimentica attentati, legittima fondamentalismi, si inchina davanti a un movimento teocratico e alle esigenze di una dittatura? No, non sto parlando di bush, non sto parlando delle multinazionali usa, non sto parlando di un sistema di potere che si basa sullo sfruttamento.
chi ci crede e chi si batte ancora. Sto parlando di chi abbraccia razzisti, di chi sputa, in nome del denaro e del potere, sui morti, anche comunisti (non è che valgano più degli altri) e riesce a farlo accreditandosi pure come difensori dei deboli e degli sfortunati. Si, deboli sui mercati e sfortunati nei bilanci. Ma tranquilli compagni, c'è il libano, con le sue commesse e i suoi problemi. Alla prossima riunione dei consigli di amministrazione sapranno chi ringraziare.
11 commenti:
È un caso che in questo post l'hai indicato prima coma Dilibreto e poi come Dilibertp, o un sistema per schiantare i motori di ricerca?
A parte lo sbigottimento e il disgusto per queste novità su Diliberto (ero fermo ai tentativi politici di sdoganare Castro, non sapevo fosse "simpatizzante" di Hezbollah), ti informo che siamo conterranei :) Io proprio di Sassari, da 4 anni in trasferta a Roma a studiare.
mau: mi hai dato un'idea e indicato due errori di battitura :-)
emanuele che studi a roma?
Economia. Sto facendo il biennio specialistico, ma non se sia la cosa giusta, è tutto un gran caos. Però non voglio andare OT, il post non lo merita :)
ok, non mancheranno le occasioni per parlarne. :-)
OT, ciao ipazia. grazie per la visita , anche io da un pò di tempo seguo il tuo blog.
Ho ricambiato il link.
se ti piace la dialettica, dai un'occhiata a questo:
http://it.groups.yahoo.com/group/ateismoscetticismoereligione/
magari può interessare te (o qualche tuo lettore)
a presto
ciao
filomeno
Non ero daccordo su come ha liquidato Cassirer, e sull'insufficenza da lei espressa sul mezzo blog. E' l'uomo che fa la macchina, secondo me. Qui, controfirmo quanto ha scritto. Sono completamente d'accordo.
michele: grazie per l'apprezzamento a questo post. Per Cassirer, posso solo aggiungere che sto scrivendo una monografia, con precisi obblighi...:-).
Ora rispondere con summe e/o sintesi che si possono trovare altrove non mi sembrava corretto nei confronti dei lettori del blog. D'altro canto, entrare nel dettaglio di alcune cose che sto scrivendo sotto contratto mi pare scorretto da un altro punto di vista.
Comunque, se il fato aiuta, da marzo avrò sciolto ogni obbligo; se saremo ancora tutti e due qui avremo modo di riparlarne.
Filomeno: tu mi tenti...con tutti gli ng che seguo...cmq grazie per la segnalazione, non mancherò di fare un salto.
Ipazia, riciclare i vecchi post sul blog non vale.
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