Questo interessante e intrigante articolo di inminoranza, open source e peer rewiew, mi porta a fare qualche considerazione a margine, un po' troppo lunga per essere un commento accettabile, e poi sposto anche un po' la questione, inminoranza non me ne voglia.
La metafora della cattedrale è splendida, e allora proviamo a capire come è strutturato il meccanismo di entrata e come si cerca di rinnovarlo.
Non molto tempo fa è uscito il nuovo regolamento Mussi per il reclutamento dei ricercatori. Per farla breve prevede un concorso nazionale sulla sola base dei titoli che fa ottenere l'idoneità e poi ogni università bandisce i concorsi sulla base delle esigenze. Ai concorsi locali ovviamente possono partecipare solo coloro che sono risultati idonei a quello nazionale.
Per evitare un effetto todos caballeros e poi ci scanniamo dove serve il concorso nazionale prevede un massimo di idonei: un quarto, più o meno.
Quindi, facendo l'ipotesi che al concorso nazionale partecipino in mille, solo duecentocinquanta hanno la possibilità di rientrare nel novero degli idonei.
A rigore, poteva anche saltar fuori che gli idonei fossero - se non altro - almeno i portaborse con pubblicazioni, fuori dai piedi i portaborse senza altro titolo, e magari dentro qualche non-portaborse laborioso.
A margine del regolamento, cosa tutt'altro che scontata, escono anche i fondi per bandire i concorsi.
Facciamo un passo indietro. Per bandire un concorso, (da ricercatore, da professore associato, da professore ordinario) una facoltà (e a scendere un corso di laurea, un dipartimento, ecc...) devono avere la quota necessaria. Tralasciamo - per carità di patria - la composizione della quota, e semplifichiamo il tutto dicendo che un ordinario vale 10 punti, un professore associato cinque punti, un ricercatore due punti e mezzo. Non è proprio così, ma così si riesce a rendere bene l'idea.
Ora, una facoltà che avesse avuto dieci punti poteva bandire quattro posti da ricercatore, da assegnarsi con le nuove regole.
Uscito il regolamento - e i bandi - è partita la macchina, almeno ufficiosamente. Si cercava di capire come avrebbe funzionato in pratica il concorso con le nuove norme, si spulciavano i papabili per evitare di mettere a concorsi posti "fregabili" perchè i "propri" candidati erano troppo deboli, insomma qualcosa pareva muoversi. In un clima di feroce potatura di posti e di fondi, chi appena appena aveva la possibilità di avere un posto in più ha cominciato a muoversi.
Fino al 30 dicembre. Che è accaduto il 30 dicembre? E' uscito un decreto che sblocca per tutto il 2008 i concorsi per professori associati e ordinari da tenersi con le vecchie regole.
La metafora della cattedrale è splendida, e allora proviamo a capire come è strutturato il meccanismo di entrata e come si cerca di rinnovarlo.
Non molto tempo fa è uscito il nuovo regolamento Mussi per il reclutamento dei ricercatori. Per farla breve prevede un concorso nazionale sulla sola base dei titoli che fa ottenere l'idoneità e poi ogni università bandisce i concorsi sulla base delle esigenze. Ai concorsi locali ovviamente possono partecipare solo coloro che sono risultati idonei a quello nazionale.
Per evitare un effetto todos caballeros e poi ci scanniamo dove serve il concorso nazionale prevede un massimo di idonei: un quarto, più o meno.
Quindi, facendo l'ipotesi che al concorso nazionale partecipino in mille, solo duecentocinquanta hanno la possibilità di rientrare nel novero degli idonei.
A rigore, poteva anche saltar fuori che gli idonei fossero - se non altro - almeno i portaborse con pubblicazioni, fuori dai piedi i portaborse senza altro titolo, e magari dentro qualche non-portaborse laborioso.
A margine del regolamento, cosa tutt'altro che scontata, escono anche i fondi per bandire i concorsi.
Facciamo un passo indietro. Per bandire un concorso, (da ricercatore, da professore associato, da professore ordinario) una facoltà (e a scendere un corso di laurea, un dipartimento, ecc...) devono avere la quota necessaria. Tralasciamo - per carità di patria - la composizione della quota, e semplifichiamo il tutto dicendo che un ordinario vale 10 punti, un professore associato cinque punti, un ricercatore due punti e mezzo. Non è proprio così, ma così si riesce a rendere bene l'idea.
Ora, una facoltà che avesse avuto dieci punti poteva bandire quattro posti da ricercatore, da assegnarsi con le nuove regole.
Uscito il regolamento - e i bandi - è partita la macchina, almeno ufficiosamente. Si cercava di capire come avrebbe funzionato in pratica il concorso con le nuove norme, si spulciavano i papabili per evitare di mettere a concorsi posti "fregabili" perchè i "propri" candidati erano troppo deboli, insomma qualcosa pareva muoversi. In un clima di feroce potatura di posti e di fondi, chi appena appena aveva la possibilità di avere un posto in più ha cominciato a muoversi.
Fino al 30 dicembre. Che è accaduto il 30 dicembre? E' uscito un decreto che sblocca per tutto il 2008 i concorsi per professori associati e ordinari da tenersi con le vecchie regole.
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