15 ottobre 2007

Primarie e primati

Non sono andata a votare alle primarie.
Solo che il punto non pare essere questo, ma il fatto che si debbano spiegare le motivazioni. Le quali motivazioni sono in contraddizione tra loro, e questo è un bel problema. Non per me, ma per chi crede che le ragioni per le quali si fa o no una cosa debbano essere coerenti, cogenti e finanche in ordine (crescente o decrescente) di importanza e pertinenza. (vedi post di nullo, per esempio).

Non sono andata a votare alle primarie.
L'altro giorno un'amica - rosalux - mi ha suggerito di leggere un post in cui veniva citata Susan Sontag. Mi sono rifiutata, non per il post (che per altro avevo già letto, ma avevo voglia di fare i capricci) ma perchè non sopporto Susan Sontag. E anche a questa affermazione ha fatto seguito una richiesta di spiegazioni. Perchè non ti piace Susan Sontag? Non mi piace nemmeno la mostarda!

Non sono andata a votare alle primarie.
Qualche giorno fa, in giro per Urbino, riflettevo come le città ideali della filosofia e della letteratura siano fortunatamente ideali. Basta leggere la Repubblica di Platone e poi chiedersi: ma io ci vorrei vivere in questo posto? Chiunque sia minimamente ragionevole e che abbia a cuore la sua serenità, per non dire felicità, non ha dubbi sulla risposta.
Il luogo adatto alle città ideali è nella spazzatura della storia. (sono certa che una macchina di amorosa grazia non sarebbe d'accordo).

Non sono andata a votare alle primarie.
I test hanno su di me un'attrazione fatale; no, non quelli del mensa o compagnia, ma le frattaglie dell'interpretazione psicologica o finanche quelli un po' più seri e strutturati.
Perdo tempo a fare e a cercare test quando non vengo a capo di qualche problema; allora lo lascio da solo a risolversi e vado a vedere quanto sono geek (per esempio).

Non sono andata a votare alle primarie.
Tra giovedì e sabato ho avuto un vero e proprio crash informatico che, partito dalla chiavetta usb, ha pensato bene di coinvolgere tutto ciò che di informatico - hardware o software che fosse - potevo toccare. Giovedì sera, in preda allo stress da preconferenza, alle ventitrè accendo portatile e attacco la chiavetta usb con sopra testo e immagini che dovevo presentare il giorno dopo.
Il portatile emette la sua condanna definitiva "PERIFERICA NON RICONOSCIUTA". E tutti i miei tentativi di presentarli nuovamente sono stati vani. Altro non mi rimane da fare che prendere la penultima versione e aggiornarla. Ho finito alla quattro di mattina. Murphy evidentemente mi teneva una mano sul capo, perchè decido non solo di salvare sul portatile l'ultima versione, ma anche di spedirmela a due indirizzi mail che controllo solo da web.
Alle sette la sveglia. Alle dieci sono a Pesaro, davanti alla stazione, e ho mezzora da perdere in un'attesa. Accendo il portatile. Si spegne. Lo riaccendo. Si spegne di nuovo. Mi consolo pensando che nell'aula predisposta per la conferenza c'è un pc e che Urbino è coperta dal wireless. Posso recuperare il mio file in un qualunque momento prima dell'inizio della conferenza.
E invece no. L'aula è un bunker sotterraneo. (comunque alla fine ci sono riuscita).

Non sono andata a votare alle primarie.
Eh, no.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti sbagli, alle città ideali sono contrario anch'io, soprattutto a quelle di ascendenza platonica.

Bisogna però mettere in chiaro che non tutte le città pianificate sono o intendono essere ideali nel senso suddetto.

Per quanto riguarda le primarie del PD ho gioco facile: è un partito con cui non ho niente in comune, non faccio parte del relativo elettorato né intendo farne parte in futuro.

ipazia.dioniso at gmail.com ha detto...

fb: mai errore mi fu più gradito, allora.

rosalucsemburg ha detto...

ah, ma senti: perché non hai votato alle primarie?

Anonimo ha detto...

Sono affascinato in astratto dai grandi sistemi ideali, aprioristici o meno, ritengo che nell'affrontare i problemi sia sempre meglio aver chiari gli ob(b)iettivi e tenersi a disposizione un piano preordinato, ma credo soprattutto nelle modifiche empiriche in corso d'opera.

Palmiro Pangloss ha detto...

Morale: non votare alle primarie del PD porta male. Tremo al pensiero di cosa possa succedermi...

Anonimo ha detto...

Le primarie sono state un processo politico sovietico: scegli , ma in una rosa di candidati proposta da una nomenklatura.

L'idea che qualcuno scambi per "democrazia" un processo del genere mi sembra quasi surreale. Anche in alcuni paesi dell'est europeo, in pieno periodo comunista, si votava: partiti "certificati" dal potere e candidati scelti dai vari partiti.

Le primarie causano il gravissimo danno culturale di convincere la gente che votare per un candidato sia democrazia, senza rendersi conto che se il voto viene dal basso ma il candidato viene dall'alto, sei solo in uno stato di tirannide elettiva.

Uriel

nullo ha detto...

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