18 aprile 2007

Lo Spinoza di Banfi

Su segnalazione di un'amica, mai abbastanza ringraziata, ho recuperato in una libreria dell'usato una copia di un vecchio libro di Antonio Banfi, Spinoza e il suo tempo. E' un testo che raccoglie lezioni e riflessioni e che, pubblicato nel 1969, non è mai più stato rieditato. A pagina 167 Banfi scrive:

"In questo senso l'emendazione dell'intelletto si comprende nel suo vero significato, in quanto costituisce la base per raggiungere il vero Bene. La ragione non è realizzatrice del passaggio dal mondo del Male al mondo del Bene, ma è la forza che trasfigura la parzialità del Bene in totalità del Bene, purificandolo negli schemi che la ragione consente. Così la ricerca e il raggiungimento del Bene vengono posti all'interno della vita stessa."

e più oltre, nelle pagine seguenti:

"L'aspirazione al Sommo Bene si estende a tutta la società ed è necessario creare le condizioni perché essa possa svilupparsi. Tali condizioni sono, per Spinoza, fondamentalmente quattro: 1) un'etica generale determinata da un sistema di diritti e doveri che costituiscono la base della vita, non solo individuale, ma anche civile e collettiva; 2) la dottrina dell'educazione che avvia i giovani a superare le immagini dei Beni falsi per fissarsi al Bene assoluto; 3) la medicina intesa come cura del corpo perché v'è un rapporto di parallelismi tra la salute dell'anima e la salute del corpo. Per la prima volta nella storia della filosofia si sottolinea l'importanza anche educativa e morale della medicina; 4) la tecnica, intesa come arte che rende possibili i rapporti tra gli uomini, insegna a realizzare il massimo rendimento col minimo sforzo.
La saggezza cui Spinoza vuole indirizzare l'umanità, ha un carattere di immanenza, un tono collettivo; essa è una saggezza costruttiva e dipende dal carattere del Sommo Bene spinoziano: esso non è altro dalla realtà, ma è la realtà stessa."

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