Così, mentre in Senato i senatori di Rifondazione plaudono e applaudono le parole del mafioso pluriprocessato Andreotti (pag. 9 di repubblica di oggi), l'Italia si riscopre un paese schiavista.
Avanti compagni, lo schifo non muore mai.
19 luglio 2006
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4 commenti:
> plaudono e applaudono le parole del mafioso pluriprocessato Andreotti
Repubblica di oggi non l'ho letta, penso di essere in grado di farmi almeno
un'idea approssimativa del contenuto e quello che immagino non lo condivido.
Plaudire e/o applaudire Andreotti è per me del tutto fuori questione.
Però io, se fossi in te. su simili argomenti metterei un freno alla retorica:
non è che l'essere un pluriprocessato per mafia implichi necessariamente
l'aver sempre torto; purtroppo oggigiorno Andreotti passa addirittura per una
specie di maestro (non è il caso di dubitare se buono o cattivo) e sarebbe
bene non rispondere ad argomenti ad hominem con argomenti ad hominem speculari.
Detto questo, la questione mediorientale oltrepassa di gran lunga le mie
limitate capacità di analisi, facendo cadere una larga parte dei miei principi
irrinunciabili in mutua contraddizione.
Hai ragione, accetto il cortese rilievo.
ma quello che ha suscitato la mia verde ilarità è stato che da un lato andreotti ha detto:
"«Credo che ognuno di noi, se fosse nato in un campo di concentramento e non avesse da cinquant’anni nessuna prospettiva da dare ai figli, sarebbe un terrorista»." http://www.radicali.it/view.php?id=66738 dall'altro lo stesso giorno si scoprono schiavi in italia.
mi chiedo se sarebbe altrettanto compresivo (e con lui i senatori di rifondazione) se qualcuno di questi schiavi si facesse saltare in un supermercato nostrano.
considerato che tutto sommato qualcosa di stragi - da portella delle ginestre in poi - dovrebbe sapere non lo escludo affatto.
> «Credo che ognuno di noi, se fosse nato in un campo di concentramento e non avesse da cinquant’anni nessuna prospettiva da dare ai figli, sarebbe un terrorista»
Mah, forse sostituendo "ognuno" con "qualcuno" starebbe piú in piedi, terroristi ne abbiamo effettivamente avuti anche in presenza di qualche prospettiva e senza troppi campi di concentramento intorno, ma bisognerebbe discutere anche su cosa intenda mai Andreotti in questo contesto con il termine "terrorista".
Comunque comprendere non è giustificare, io stesso ho detto altrove, parlando di me "sono disposto a spendere ore e ore per spiegare nei piú minuti dettagli le motivazioni razionali delle mie azioni, senza per questo voler scaricare le mie responsabilità su qualcun altro", la stessa cosa mi sembra possa a maggior ragione valere per le azioni altrui. È uno dei pochissimi concetti derivati da certa morale cattolica che mi pare possa essere ampiamente condivisibile (mai letto il Padre Brown di Chesterton?) Se gli uomini sono davvero uguali, e io penso di sí, chiunque è in grado di comprendere chiunque altro e di riprodurne i processi mentali, per quanto alieni dai propri.
(Sia chiaro che attribuisco tanto candore a me medesimo, ma non ad Andreotti)
sarà un argomento ad hominen, ma se l'avessi detta tu quella frase, con quelle modifiche, ho idea che non mi sarei ingastrita.
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