(Breslavia, 28 luglio del 1874 - Princeton, 13 aprile 1945)
Cassirer nasce in una famiglia di commercianti ebrei, studia a Marburgo con Hermann Cohen e Paul Natorp. Nel 1906 diventa libero docente a Berlino e nel 1919 copre la cattedra all'Università di Amburgo; della stessa università diventa rettore nel 1929, non senza superare molte difficoltà di stampo antisemita. Nel 1933, all'avvento del nazismo, emigra in Inghilterra e insegna per due anni all'All Souls College di Oxford, per poi spostarsi all'Università di Göteborg, in Svezia. Nel 1941 è alla Yale University come visiting professor e ci resta fino al 1944, anno del trasferimento alla Columbia University di New York.
Così, per ricordarlo. Ci ho fatto la tesi di dottorato su Cassirer, per essere precisi sul rapporto mito/logos nella sua opera (e non solo). Ho un rapporto controverso con Cassirer, mi piace la persona, l'uomo e meno il suo pensiero; non sono d'accordo su quasi niente di quel che dice, e continuo a studiarlo.
C'è un aneddoto, ricordato dalla moglie nella biografia, che ai miei occhi è altamente significativo. La moglie ricorda, nell'esilio americano, di averlo visto arrivare in cucina con uno strofinaccio in mano; alla sua domanda sorpresa Cassirer risponde che è per asciugare i piatti, ha visto che gli uomini americani lo fanno.
Ecco, quest'uomo nato nell'Ottocento, uno dei giganti della sua epoca, che riesce a mettere d'accordo Kant ed Einstein. Questo tedesco, bianco e borghese, con tutte le misoginie dell'epoca, della cultura, del sesso, che fa un salto generazionale, culturale, di genere ed entra in cucina (era mai entrato in cucina nella sua casa altoborghese in Germania?) e si mette ad asciugare i piatti. E perché? Perché gli uomini fanno così.
E muore d'infarto aspettando l'autobus.
Cassirer nasce in una famiglia di commercianti ebrei, studia a Marburgo con Hermann Cohen e Paul Natorp. Nel 1906 diventa libero docente a Berlino e nel 1919 copre la cattedra all'Università di Amburgo; della stessa università diventa rettore nel 1929, non senza superare molte difficoltà di stampo antisemita. Nel 1933, all'avvento del nazismo, emigra in Inghilterra e insegna per due anni all'All Souls College di Oxford, per poi spostarsi all'Università di Göteborg, in Svezia. Nel 1941 è alla Yale University come visiting professor e ci resta fino al 1944, anno del trasferimento alla Columbia University di New York.
Così, per ricordarlo. Ci ho fatto la tesi di dottorato su Cassirer, per essere precisi sul rapporto mito/logos nella sua opera (e non solo). Ho un rapporto controverso con Cassirer, mi piace la persona, l'uomo e meno il suo pensiero; non sono d'accordo su quasi niente di quel che dice, e continuo a studiarlo.
C'è un aneddoto, ricordato dalla moglie nella biografia, che ai miei occhi è altamente significativo. La moglie ricorda, nell'esilio americano, di averlo visto arrivare in cucina con uno strofinaccio in mano; alla sua domanda sorpresa Cassirer risponde che è per asciugare i piatti, ha visto che gli uomini americani lo fanno.
Ecco, quest'uomo nato nell'Ottocento, uno dei giganti della sua epoca, che riesce a mettere d'accordo Kant ed Einstein. Questo tedesco, bianco e borghese, con tutte le misoginie dell'epoca, della cultura, del sesso, che fa un salto generazionale, culturale, di genere ed entra in cucina (era mai entrato in cucina nella sua casa altoborghese in Germania?) e si mette ad asciugare i piatti. E perché? Perché gli uomini fanno così.
E muore d'infarto aspettando l'autobus.
7 commenti:
Non sei d'accordo con nulla di quello che dice e continui a studiarlo. Se non è amore questo...
già!
Non so molto, ho letto molti anni fà solo storia della filosofia moderna, per piacece e all'epoca devo dire mi ingolosii. Ora colgo che per alcuni aspetti, forse metodologgici (la butto li) lei non è daccordo con nulla. Sono passati molti anni, ma qualcosa mi ricordo e naturalmente posso solo parlare di sensazioni, non posso addentrarmi oltre. Ma forse proprio queste sensazioni, mi hanno spinto qui. Ma la curiosità mi ha imposto la domanda che ora le pongo: In cosa non è daccordo? Mi piacerebbe che lei mi rispondesse, naturalmente come meglio vorrà. Michele Insogna
Sulla storia della filosofia di Cassirer in parte sono d'accordo. Si tratta di un'opera splendida e - nel suo genere - ancora insuperata.
Per il disaccordo temo di poter fare solo un esempio: su un blog non è, a mio avviso, possibile fare di più. Nella Filosofia delle forme simboliche, nel secondo volume dedicato al mito, a un certo punto Cassirer scrive che Keplero ha dimostrato la verità del Timeo platonico. è un'affermazione un po' forte (ma del tutto conseguente in un neokantiano temo).
a presto
Carissimo ipazia,
sono veramente felice che in un blog si parli di Ernst Cassirer che io considero il più grande filosofo contemporaneo.
Trovo veramente bella la sua definizione che l'uomo sia un animale simbolico e che lo si possa conoscere attraverso la cultura ( il mito, la storia, la religione, l'arte, la scienza) che sono delle espressioni, delle forme dove eprime il suo conoscersi.
La sobrietà dello stile, la sua asciuttezza, la portentosa erudizione mai fine a se stessa, il mettere sempre le idee all'interno di un problematico e critico percorso storico, fanno di Cassirer un filosofo insuperato.
Continui a studiarlo e se può...anche ad amarlo consapevolmente, perchè già lo ama inconsciamente.
Un cordialissimo saluto.
Sergio, grazie per le sue belle parole. Chissa che non sia proprio un blog il luogo dal quale possa nascere una nuova stagione di studi su Cassirer.
ipazia
CARISSIMA IPAZIA,
SAREI FELICISSIMO SE POTESSIMO AVVIARE UNA DIVULGAZIONE E DISCUSSIONE SU Cassirer E LE SUE IDEE.
Secondo lei perchè i nostri intellettuali vanno tanto in brodo di giuggiole per Heidegger e praticamente nominano appena Cassirer?
Perchè la cultura scientifica non riesce ad avere una base filosofica?
E viceversa, perchè una cultura umanistica per lo più rifiuta una base scientifica?
Mi fermo...un cordialissimo saluto.
Posta un commento