25 giugno 2006

Del volontariato o Nietzsche

L'aforisma 627 di Umano, troppo umano sembra quasi essere l'origine del post qui sotto sulle fregole missionarie. Ne serbavo un vago ricordo e sono andata a ripescarlo, mi sembra così adatto che ve lo ripropongo per intero:

"627. Vita e vicende. Se si osserva come certi uomini sanno trarre partito dalle loro vicende - dalle loro insignificanti e banali vicende - al punto che esse si trasformano in un campo che porta frutto tre volte l'anno; mentre altri - e quanti altri! - vengono trascinati dall'onda delle vicissitudini più eccitanti, delle più varie correnti di tempo e di popolo, rimanendo tuttavia sempre leggeri, sempre a galla, come sughero: si è alla fine tentati di suddividere l'umanità un una minoranza ("minimanza") di coloro che sanno fare molto con poco, e in una maggioranza di coloro che sanno fare poco con molto; anzi ci si imbatte in quegli stregoni alla rovescia che, invece di creare il mondo dal nulla, creano un nulla dal mondo."

"creano un nulla dal mondo". Bellissima, non trovate?

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Sta parlando della stessa persona. Introversione/estroversione. Gli specchi o lo specchio, possono essere assai pericolosi. Non si parla di tragedie finte o vere (Engadina 6000 piedi al di là dell'uomo e del tempo)

ipazia.dioniso at gmail.com ha detto...

michele: una bella lettura cattolica di nice non ce facciamola mancare mai eh? :-)

S. ha detto...

Questo blog mi piace, anche se spesso non lo capisco.
Deve funzionare come la filosofia...

ipazia.dioniso at gmail.com ha detto...

eh, spesso succede così :-)
quando hai l'orale?

ipazia.dioniso at gmail.com ha detto...

ah! grazie del complimento

Anonimo ha detto...

I primi vescovi cristiani, studiarono con il massimo zelo, per reprimere nei monaci e nei cattolici i possibili influssi nella vita inconscia individuale contro appunto l'atteggiamento all'introversione. Ti ricorderai l'arcivescovo di Alessandria Atanasio nella biografia di S. Antonio. Io mi riferivo al tuo metodo di analisi. La critica che tu fai all'introversione, non ha nulla a che fare con le svariate e molteplici motivazioni che conducono per, ed al volontariato. Naturalmente in questo sfilacciato mondo si vede di tutto, anche imbarazzanti "interessi" umanitari. Non è questo il punto, il volontariato, va al di la di una semplice interpretazione psicologica. Ritorniamo a ciò che ritengo più interessante invece, la tua crociata contro un "atteggiamento". Tale posizione si protrae in tre atti. La Sig.ra, BX tua ex collega, in una "solitudine" costruita; la Sig.ra Bx si prepara finalmente a partire per la "missione"; ed infine Nice, che avvalora la tua tesi secondo uno schema, dal mio punto di vista, estremamente forzato e non corretto anche da un punto psicologico. Partiamo da nice. E' chiaro invece il contrario, nice ci parla di chi con "poco" -dalle loro insignificanti e banali vicende- riesce per ben tre volte a raccogliere i frutti. (introversione) Atteggiamento verso l'introversione, ti ricorderai N. Cusano de docta ignorantia, per altro così bene trattato da Cassirer, sembrerebbe in una prima lettura che nice, suggerisce all'analisi del piccolo, nella sottrazione appunto di tutte le pluralità. Sentiamo ancora da Nice:"Suddividere l'umanità in una minoranza ("minimanza") di coloro che sanno fare molto con poco". Appunto, attegiamento della sig. Bx, lei fa molto con poco. E per contro -dice sempre Nice- ci si imbatte in quegli stregoni alla "rovescia" (notare la parola rovescia, cioè coloro che dovrebbero avere un atteggiamento introverso invece si applicano alla generalizzazione, all'estroversione) che invece di creare il mondo dal nulla, creano un nulla dal mondo. Credo che Nice non stia proprio avvalorando una interpretazione Cattolica, ma sia critica verso alcune teorizazioni teologiche che qui lascio perdere. Nel mio commento, lapidario e a senso unico, parlavo appunto di Zarathustra "nato in una folgorazione nell'agosto milleottocentottantuno, "6000 piedi al di la dell'uomo e del tempo" Appunto il tema della comprensione introversione/estroversione. La sig.ra Bx, è sola, la figlia studia fuori, mangia troppo (forse nervosamente) fuma, ma fuma continuamente (anch'io fumo, dici. cioè: non sono contro il fumo specificando (sottointeso), quindi lei fuma ma sembrerebbe per riempire forse un vuoto) E' diversa da come la ricordavi, forse ci sembra un poco più sciatta, quasi chiusa in se stessa. Poi ancora,e assai più interessante l'attegiamento supposto della sig.ra Bx all'insegnamento, (una questione non di poco conto. Scrivi a proposito di te: Lavoro non ripiego, lavoro non compensazione per una vita senza slanci o passioni. Invece pare che per la sig.ra Bx o Madame Bovary, il lavoro è passione nevrotica perchè la sua vita e priva di passioni. La scuola, l'insegnamento è il teatro delle sue nevrosi, antagonista verso gli studenti, ecc, basta leggere quello che hai scritto. La sig.Bx ancora una volta vive nel suo mondo, proietta il suo mondo inconscio anche nell'insegnamento e quindi supponi che sia in una posizione tragicamente da farsa quotidiana. La sig. Bx, non è veramente cosciente dei suoi problemi, e per fuggire da questi costruisce molti pretesti. La cosa sembrerebbe di poco conto, insomma la sig.ra Bx costituisce uno specchio, di quello che era, di quello che sarebbe dovuta essere, invece di essere quello che è.( quello che dovrebbe essere per te, estroversa) La colpa, è nell'atteggiamento verso l'introversione. Così scrivi "profeticamente" parlando in realtà del tuo più intimo vicino, volendoci così rassicurare sulla tua capacità di non essere coinvolta in una pericolosa introversione"."Il vicino più vicino stà a più di un chilometro di distanza." Il vicino è comunque lontano, (apparentemente) comunque da tenere lontano. Considerare il proprio inconscio, non parte o partecipe al quotidiano e tenerlo sempre distante fa si che le interpretazioni siano sempre condizionate e a volte forzatamente ribaltate, con suggestioni, e artefici pericolosi. La Sig.Ra Bx, comunica forse ora, con il suo corpo, si avvicina al mondo (non il nostro mondo questo si nevrotico) ma un mondo complesso, forse incomprensibile, ma sicuramente più umano. E' importante affrontare le tragedie finte e vere, come diceva Nice. Mic.

P.S Se ritieni opportuno non pubblicare quanto da me scritto, lo ritengo non offensivo nei miei confronti.

ipazia.dioniso at gmail.com ha detto...

Non pubblicarlo? e perché? mi pare estremamente interessante come contributo alla discussione.
quando parlavo di interpretazione cattolica (forse sarebbe meglio dire religiosa) non parlavo comunque di quella di nice, ma di quella che mi pareva trasparire dal tuo lapidario commento. e in un certo senso lo confermi con questo tuo secondo messaggio

è evidente che non la considero un'esponente significativo del mondo di coloro che scelgono di dedicarsi agli altri, quindi direi che questo punto è più chiaro.

Forse può venirmi in soccorso l'hegel degli aforismi jenensi: non cercare il genio dove non c'è, se non c'è non era genio. (grosso modo, magari poi recupero la citazione esatta). Ciò che tu dici intorno alla mia analisi ha un suo fascino, ma sembri dimenticare che la signora BX (lo teniamo, come nick, fa tanto automobile, e mi pare possa benissimo richiamare atteggiamenti automatici, almeno dal punto di vista psicologico. mi piace pensare che questa tua intuizione del nick non sia casuale), la signora BX dicevo non ha alcuna consapevolezza di ciò. questo probabilmente è ciò che forse doveva emergere con più evidenza. E la mancanza di consapevolezza la salva esistenzialmente. fa sì che riesca a reagire alla vita, e la rende umana. Una maggiore consapevolezza la porterebbe - inutilmente – all'autodistruzione. La vicinanza che provo è palese, e per svariate motivazioni: dal gender alla condivisione di spazi e tempi, ed esiste anche un'intima consapevolezza che la differenza non è qualitativa ma quantitativa. una sorta di 'scarto' del destino che mi ha riservato una sorte diversa, come perdere l'aereo che si inabissa nell'atlantico.

Ciò che vedo non ti convince, bene. ma non trovo che sia una lettura forzata. Sul fatto che faccia molto con poco mi hai convinto. In effetti cura la sua depressione, sconfigge la solitudine e trova l'approvazione dei più. ma che tristezza però, che negazione dell'estetica, dell'arte, della vita. e che squallore.
del resto, anche dalle sue scelte emerge il substrato religioso (cattolico) e anche questo viene negato, seppur con meno convizione.
E come sempre le succede, la signora BX è pur sempre un pretesto per parlar d'altro. E questa sembra essere la sua cifra definitiva.

Anonimo ha detto...

Per "generalizzare", "B" come seconda lettera dell'alfabeto. (considero però intimamente Aleph la prima) X come unione o incrocio (albero della vita) A= Uomo B=donna. La signora Bx era quindi donna in cerca di unione con la vita. Naturalmente questo è esplicito, poi ci sarebbero ancora molte altre cose, ancora più generiche, che evito. Mi viene in mente adesso che verso la vita, o egli viva, in Antico egizio(civiltà sepolte naturalmente) si scriva quasi come una B, in realtà sarebbe il sole (quasi un cerchio) un segmento orizontale ed uno verticale. Tale simbolo (in realtà segnale) sormonta ora il bastone pastorale del Papa. Anche la croce cristiana, pare che stia a simboleggiare l'albero della vita. Tutte cose che naturalmente non hanno alcun fondamento. Pensiero religioso? credo che a ogni tre parole, si rischi di parlar di religione.(Chissà perchè Nice, scrive: che porta frutto tre volte l'anno?)E, tanto per fare il sarcastico e scherzare un pò, Si, non so proprio nulla di volontariato e solidarietà, ma sono molto orgoglioso che altri, son ben preparati e sappiano veramente le cose così come sono veramente, mica come noi, svogliati affaristi che traffichiamo con ambulanze a quattro ruote motrici, per mandarle in quel postaccio che è L'africa. Infatti mi aspetto un bel rendiconto, senza tasse naturalmente, visto che si fa in forma anonima per questo. Mic