In questi giorni è un fiorire di ipotesi e letture sulle reazioni del mondo arabo alle celeberrime vignette. Alcuni, sui blog ma non solo, reclamano una "mancanza di rispetto" della sensibilità altrui, con la roboante affermazione che "noi" - l'Occidente, questa categoria interpretativa usata con toni da operetta - non ci rendiamo conto della gravità dell'offesa - immagino perché siamo una massa di atei un po' rozzi e un po' goliardi.
Una meteora di profondi conoscitori del mondo arabo ci vorrebbe convincere che centinaia di migliaia di persone che vivono sotto dittature feroci sono spontaneamente scese in piazza, mosse da legittimo sdegno, e hanno bruciato e saccheggiato ambasciate; ci vorrebbero convincere che esistono limiti "etici" (?) alla satira; ci vorrebbero convincere che in questo supposto gioco al massacro c'è un confronto tra Oriente (casto e puro) e Occidente (corrotto e decadente); ci vorrebbero convincere che gli stati arabi - fra i più ricchi del pianeta - sono in realtà deboli e miseri. Fortunatamente parliamo di persone che amano contemplarsi l'ombelico, spesso sotto forma di blog, e che traggono le conoscenze per comprendere la realtà da altri blog, in un gioco informativo che coinvolge cinquanta persone.
Una, anzi due, modeste proposte.
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