15 febbraio 2006

Cagne

Oggi pomeriggio è stato un incubo. Ingannata dal sole e dal tepore pressoché primaverile uno dei miei cani (ne ho due, femmine) ha pensato - credo - che fosse giunta l'estate e, come è solita fare nei pomeriggi canicolari, è salita sulla collina ha preso la rincorsa e si tuffata in piscina.
Sono belli i tuffi di Mira in piscina. Si slancia verso l'alto con le quattro zampe rigide e piomba nell'acqua in un tripudio di schizzi. Questo d'estate; adesso in piscina ci sono quattro dita di ghiaccio e soprattutto manca la "sua" scaletta per risalire.
Mi hanno svegliato le grida di Istrati, che potava in giardino; sono uscita di corsa, scalza, appena in tempo per vedere il muso insanguinato del cane che andava su e giù nell'acqua.
Istrati è rumeno, non egiziano. Ed è un cattolico ortodosso e non un musulmano, altrimenti credo che avrebbe galantemente salvato la mia cagna. Penso che in Egitto siano bravissimi a salvare le cagne. (credo almeno). Da bravo rumeno ortodosso Istrati non ha mosso un dito e a recuperare la cagna in piscina ho dovuto andarci io, e ho anche dovuto aspettare, in piedi, in piscina, con quaranta chilogrammi di cagna in braccio che lui recuperasse la scaletta dal capanno degli attrezzi. Con una dignitosa calma tutta rumena.
Comunque recuperata la cagna siamo passate entrambe all'operazione asciugatura. Ben lungi dal fermarsi sotto al portico Mira appena in salvo è schizzata in sala, davanti al camino, attraversando studio, soggiorno e sala stessa, tappeti compresi e scrollandosi vigorosamente sul kilim della buonanima della nonna.
Adesso sorseggia latte tiepido con un orecchio fasciato e con il gatto che le fa le fusa in grembo e che le lecca il muso, molto preoccupato per la sua salute.
Adesso, in teoria, dovrei preparare la lezione di domani. Ho intenzione di parlare di Laszlo Méro che ha scritto un libro decisamente interessante che si intitola Calcoli morali. Teoria dei giochi, logica e fragilità umana.
E invece vado in giro per blog. E ci trovo analogie divertenti con le mie cagne. Tutte e due perchè l'altra, Luna - evidentemente ingelosita dal clamore intorno alla compagna - è in piena crisi depressiva da paradiso perduto.
Leggo per esempio che come la mia cagna abbocca al tepore primaverile una abbocca ai post su usenet e ci perde dietro tempo e alcol.
In un altro leggo che la depressione incombe perchè a Milano manca il "sapor mediorientale", quello stesso che fa sì che ci senta belle e desiderate anche se ultraquarantenni sovrappeso e senza iacuzzi.
Le mie cagne intanto dormono, ignare di tanto web.

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