25 ottobre 2006

Utilità dei classici

A volte, anzi spesso, non ci credo. Poi accadono coincidenze mirabili, e oggi, mentre cercavo ispirazione in giro mi è capitato di rileggere un brano di Levinas.
E ho compreso meglio una persona. Un amico che è stata una presenza importante, e che ha scelto adesso altre strade. Un amico determinato nelle sue azione da qualcosa che non capivo, e oggi pomeriggio Levinas mi ha spiegato se non cosa è accaduto, perché è accaduto.

Gli dedico queste righe, con l'augurio sincero di trovare - prima o poi - un rifugio.

"C'è nella sofferenza l'assenza di ogni rifugio. Essa è il fatto di essere direttamente esposti all'essere. E' fatta dell'impossibilità di fuggire e tirarsi indietro. Lo strazio della sofferenza sta interamente in questa impossibilità di ritirata. Essa è il fatto di esser presi nella stretta della vita e dell'essere. In questo senso, la sofferenza è l'impossibilità del nulla."

Levinas, Il Tempo e l'Altro, il melangolo, 1993, p.41

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