A quanto pare anche in Italia sono arrivate le discussioni sul manifesto di Euston. (grazie Mastroviti)
Qualunque sia il motivo ben vengano le discussioni a sinistra, perchè sono ormai anni, almeno dagli anni settanta, (quando, per esempio, alcuni “marxisti” della domenica si entusiasmarono per Carl Schmitt) che la sinistra italiana è assolutamente carente sul piano della riflessione e dei contenuti.
Appiattita da un lato su un pensiero cattomarxista – non senza spruzzi di veteropositivismo – , per esempio estremo alcune riflessioni delle BR sul “cuore dello stato” e dall'altro su una becera ideologia non tanto anticapitalista quanto antiamericana (e parzialmente antisovietica).
Incapace, comunque, di una riflessione globale, marxiana in uno degli autentici significati del termine: una riflessione capace di assumere e di prendere in analisi tutti gli aspetti dell'umana esistenza. Non solo l'aspetto economico quindi, che è una delle critiche fatte al manifesto di Euston, ma anche l'aspetto sociale, affettivo, esistenziale dell'individuo. Se Marx pensava una “liberazione dell'uomo” gli aspetti più eclatanti e rumorosi della nostra sinistra (?) sembrano essere quelli che negano tale liberazione a chi non è nato sotto il cielo occidentale. E oppongono a un filone di pensiero che si nutre di Martin Luther King come della scuola di Francoforte la frequentazione e l'appoggio al sedicente Campo Antimperialista che vede una massiccia presenza di neofascisti e neonazisti – non senza punte esoterico/magiche. Sarebbe davvero divertente se non fosse ridicolo e agghiacciante.
Ben venga quindi un dibattito a sinistra, sulle ragioni, sulle fonti, sui compiti della sinistra, ma – per cortesia – lasciamone fuori i luddisti inconsapevoli e i recenti convertiti all'opposizione telematica fulminati sulla via di Damasco dopo una giovinezza politicamente totalitaria ed esistenzialmente anaffettiva.
Qualunque sia il motivo ben vengano le discussioni a sinistra, perchè sono ormai anni, almeno dagli anni settanta, (quando, per esempio, alcuni “marxisti” della domenica si entusiasmarono per Carl Schmitt) che la sinistra italiana è assolutamente carente sul piano della riflessione e dei contenuti.
Appiattita da un lato su un pensiero cattomarxista – non senza spruzzi di veteropositivismo – , per esempio estremo alcune riflessioni delle BR sul “cuore dello stato” e dall'altro su una becera ideologia non tanto anticapitalista quanto antiamericana (e parzialmente antisovietica).
Incapace, comunque, di una riflessione globale, marxiana in uno degli autentici significati del termine: una riflessione capace di assumere e di prendere in analisi tutti gli aspetti dell'umana esistenza. Non solo l'aspetto economico quindi, che è una delle critiche fatte al manifesto di Euston, ma anche l'aspetto sociale, affettivo, esistenziale dell'individuo. Se Marx pensava una “liberazione dell'uomo” gli aspetti più eclatanti e rumorosi della nostra sinistra (?) sembrano essere quelli che negano tale liberazione a chi non è nato sotto il cielo occidentale. E oppongono a un filone di pensiero che si nutre di Martin Luther King come della scuola di Francoforte la frequentazione e l'appoggio al sedicente Campo Antimperialista che vede una massiccia presenza di neofascisti e neonazisti – non senza punte esoterico/magiche. Sarebbe davvero divertente se non fosse ridicolo e agghiacciante.
Ben venga quindi un dibattito a sinistra, sulle ragioni, sulle fonti, sui compiti della sinistra, ma – per cortesia – lasciamone fuori i luddisti inconsapevoli e i recenti convertiti all'opposizione telematica fulminati sulla via di Damasco dopo una giovinezza politicamente totalitaria ed esistenzialmente anaffettiva.