28 febbraio 2008

MicroMega - numero speciale.

Copio pari pari dal sito, ma il grassetto finale è mio, perchè sono davvero stupita che sulla stampa la vicenda Maiani non sia arrivata.

"E' l'inequivocabile titolo del quaderno speciale di MicroMega, che sarà in edicola da venerdì 29 febbraio. Il volume è composto da due parti. La prima risponde con puntualità scientifica e con indignata moralità alla crociata oscurantista che vuole criminalizzare la libertà delle donne e portare diritti civili e laicità indietro di mezzo secolo. Il volume è aperto dall'appello lanciato lo scorso 14 febbraio da 13 autorevolissime donne (Simona Argentieri, Natalia Aspesi, Adriana Cavarero, Cristina Comencini, Isabella Ferrari, Sabina Guzzanti Margherita Hack, Fiorella Mannoia, Dacia Maraini, Valeria Parrella, Lidia Ravera, Rossana Rossanda ed Elisabetta Visalberghi) e che on-line (www.firmiamo.it/liberadonna) ha già ottenuto oltre 40 mila firme. Una delle proposte dell'appello – l'abolizione dell'obiezione di coscienza sull'aborto - è ripresa da un articolo di Carlo Flamigni, che propone che i reparti di ginecologia non assumano più medici obiettori. Il neonatologo del Meyer di Firenze, Gianpaolo Donzelli, spiega perché le cure intensive sui nati molto prematuri siano nella stragrande maggioranza dei casi accanimento terapeutico. E poi interventi di don Enzo Mazzi (che condanna il ritorno del sacro come fonte primaria di violenza), Carlo Alberto Redi (che descrive i paradossi di una Chiesa che “difende la vita” solo a parole), Bruno Brambati (che spiega perché una riproduzione libera e responsabile non c'entra niente con l'eugenetica), Valeria Parrella (che, sulla scorta di un'esperienza diretta, riflette sulle recenti polemiche sulla rianimazione dei nati ultraprematuri).
La seconda parte del volume riporta tutti, ma proprio tutti, i materiali del noto caso Ratzinger/Sapienza: una cinquantina di editoriali e commenti delle principali testate, le lettere che hanno dato il via alle polemiche, i discorsi del papa, di Veltroni e di Mussi per l'inaugurazione dell'anno accademico. Il tutto inquadrato in una dettagliatissima cronologia dei fatti e con un commento inedito di Luca e Francesco Cavalli Sforza, che sottolineano la piena legittimità della protesta dei 67 professori di fisica."

Per saperne di più : MicroMega

27 febbraio 2008

Universi

Girare per blog cercando di rompere il tedio di un lavoro ripetitivo e necessario (slide, powerpoint, et cetera et cetera) può portare a scoperte tanto gradite quanto inattese.
Devo ringraziare fb che ha rimesso i link perchè ho scoperto brullonulla e dello stesso ho letto, tra le altre cose, dio e il signor everett. E lo segnalo anche a voi.

25 febbraio 2008

Ancora su Maiani, la Sapienza, il Cnr

aggiornamento: lo segnala fb nei commenti, ma voglio riportarlo anche qui, da dr.psycho


Ne ho già parlato, ma repetita iuvant. Il link di oggi porta al blog di Stefano Zapperi, con un articolo dal titolo: Il caso Maiani.

Qui invece trovate una rosicata come nemmeno su usenet, a voi:

Enzo Boschi in tutto il suo splendore dialettico.

23 febbraio 2008

Meraviglia e felicità

Sono stata linkata da una macchina di amorosa grazia.

Binetti fuori?

Andiamo andiamo: la Binetti in uscita.

10:55
Binetti: "Perplessità, smarrimento e preoccupazione per una scelta che, come cattolici, non possiamo capire". Lo dice, in una intervista a 'Repubblica', la senatrice del Pd Paola Binetti a proposito dell'intesa con i Radicali che, dice, "sono portatori di una cultura totalmente opposta a quella dei cattolici".


11:05 Binetti: "Veronesi ministri della Salute? E' una posizione che non prendo in considerazione" dice la senatrice teodem del Pd Paolo Binetti.

da repubblica

22 febbraio 2008

Nanotecnologie

Questa è la nanoriproduzione di un'immagine del sole del XVI secolo, per la precisione di Robert Fludd. E' stata ottenuta con ventimila nanoparticelle d'oro. Avendoci lavorato per qualche tempo, so che in IBM si nasconde una vena di geniale follia, purtuttavia mi piacerebbe davvero sapere chi ha avuto l'idea, per illustrare le possibilità della nanostampa, di usare un'immagine alchemica.

Temo di essere diventata nanofeticista.

Giovanni Allevi

La prima e unica volta che ho visto Giovanni Allevi, nella trasmissione di Fabio Fazio, ho tentato di esprimere qualche perplessità. Con molta cautela, insieme a me assisteva anche un esimio musicologo, e tutto quello che so di musica sta tranquillamente in un A4 a spaziatura 3.

Ciò nonostante, qualche velata osservazione non proprio lusinghiera ho provato a farla.

Di ciò mi consolo stamane, leggendo il post di freddynietzsche e il di lui rimando alle malvestite.

21 febbraio 2008

filosofia

Attraverso azioneparallela arrivo al dipartimento di filosofia di Wellington che prova a rispondere a qualche domanda importante, tipo: perchè devo studiare filosofia?

Bonino ha detto si

E i radicali entrano. E, come scrive anellidifumo, all'uscita della Binetti dovrebbe mancare poco, mentre attendiamo Mussi e compagnia; che secondo me da quando Veltroni ha deciso la strategia si sono pentiti della fuoriuscita. Da questa parte del monitor si incrociano le dita.

Tra l'altro, la caduta del governo - che JP mi perdoni - ha fatto decadere anche un pessimo ministro degli Esteri. Non è colpa sua, ma D'Alema proprio non è adatto a quel ruolo.


20 febbraio 2008

Computer, spine, prese e usb

Ho passato due ore oggi pomeriggio a cercare di razionalizzare lo spazio dedicato a computer e periferiche nel mio studio.

Ora, io ho tre (dicesi tre) ciabatte, con sei prese ciascuna:
pc, monitor, casse, stampante, due dischi rigidi esterni con alimentatore, modem, telefono A, telefono B, scanner, lampada, televisore, decoder; e questo per l'energia elettrica.

Poi ovviamente tutti i cavi che vanno al pc, dotato di due moltiplicatori di usb:
due dischi rigidi esterni (due cavi), stampante (un cavo), scanner (un cavo), tavoletta (un cavo), mouse (un cavetto), tastiera (un cavetto), lettore video (un cavetto), antenna tv (un cavetto) e saltuariamente cellullare, con il suo cavetto, beninteso; casse e microfono hanno i loro jack e rispettivi cavetti, ovviamente.

Aggiungiamo anche i tre che vanno dal modem al pc, al portatile e al telefono.

Domanda: ma voi come fate?

Futuri ministri

Emma Bonino ministro del governo Veltroni in caso di vittoria del Pd alle elezioni e la garanzia di 9 parlamentari "a vostra scelta". Questi alcuni dei punti della proposta che Goffredo Bettini ha sottoposto al partito di Marco Pannella, nell'incontro di oggi. Da repubblica.
Ministro degli Esteri mi auguro.
E speriamo che Emma non faccia come Celestino V.

19 febbraio 2008

Morale -O-Meter

Via Catepol ho trovato Morale -O-Meter, di Buster Mcleod.
Immagino che sarà il giochino di qualche settimana.

18 febbraio 2008

194

E dopo Casini, anche Fini dichiara che "la 194 è una legge equilibrata che va fatta rispettare".

Va a finire che tocca essere grati a Ferrara.

New entry

Un nuovo link a sinistra, sotto "link astorici": contrordinecompagni

15 febbraio 2008

Sparigliamento di carte

La mossa di Veltroni mi pare sempre più azzeccata; non mi piace l'apparentamento con Di Pietro, per antipatia politica che data dai tempi dell'ormai fu tangentopoli. Ma tant'è.
Ha mandato tutto il centrodestra in fibrillazione, liberandosi nello stesso tempo di gentaglia come Pecoraro Scanio e del delirio rossobruno di Diliberto, che in Italia finge di opporsi ai teodem e all'estero appoggia il "partito di Dio".

Qualcuno si muove per prendere su i radicali, e mi pare davvero ottima cosa. Dove si firma per questo appello degli intellettuali a Veltroni?

In compenso, mi pare che a destra regni la confusione sovrana, e tutta la situazione mi diverte molto.

Qualche stralcio:

Silvio Berlusconi ha richiamato al telefono Pier Ferdinando Casini, che lo aveva contattato, senza successo, questa mattina. "Sì, l'ho sentito: è stata una telefonata cordiale, come sempre". Lo ha detto il leader Pdl, a margine della registrazione di una trasmissione tv. Alla domanda se l'Udc entrerà nella lista del Pdl, il leader di Fi ha risposto: "Questo chiedetelo a Casini".

Nel frattempo in Sicilia continuano a muoversi: "Scoppia un caso Udc a Catania. Il segretario provinciale del partito, Filippo Drago, con una lettera fa sapere che l'Udc catanese confluirà nel Pdl di Silvio Berlusconi. E, da Roma, il segretario nazionale Lorenzo Cesa nomina l'ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, commissario del partito per la provincia di Catania, "in sostituzione - si legge in un comunicato - del dimissionario Filippo Drago".

Ferrara costringe Casini a difendere la 194: "Intanto sulla questione aborto interviene anche il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. Secondo cui la legge 194 "non va modificata, perchè rappresenta il massimo punto di equilibrio e compromesso possibile".

Immagino come sarà contento Ruini...


Sempre Casini avvisa: Se l'Udc dovesse andare alle prossime elezioni da sola e il centrodestra non raggiungerà la maggioranza i centristi "staranno all'opposizione: pensare oggi di fare alleanze dopo il voto è una cosa che sta tra il grottesco e il ridicolo. Se il centrodestra non avrà la maggioranza si potranno creare situazioni diverse".

Tutto da repubblica, che per la gioia dei nostri fegati e la letizia dei nostri cuori aggiorna minuto per minuto.

Sul corriere invece Mastella prova ad alzare il prezzo, se proprio nessuno se lo compra lui va da solo; Casini ha già fatto sapere che non vuole, giusto il tempo di consultare Cuffaro, immagino. E nel frattempo Cesa apre la strada a un'intesa con la Rosa Bianca, che altro non è che un ponte per traghettare Casini a un'intesa postelettorale con il PD.

Vedremo, nel frattempo mi piacerebbe sapere chi ha suggerito l'idea a Veltroni.

Ps. Ho detto che la mossa è politicamente azzeccata, non ho al momento nessuna intenzione di esprimere se non un parere scacchistico.

12 febbraio 2008

Fascisti, razzisti e miserie

La storia del famoso sito con la lista dei docenti ebrei l'ha spiegata benissimo mmax di bloggoanchio. Cazzate.

Dopodichè passiamo oltre. Un blog con cui condivido poche cose, e certamente non le posizioni sull'America Latina, se ne esce con due post che devo linkare, per onestà intellettuale. Uno è questo:
Non sottovalutiamo la feccia antisemita; va scovata e colpita

e l'altro è questo:
La trappola dei sionisti?

Me li ha segnalati mmax, in questo post.

Non dimentichiamo però le poche, fulminanti, righe di inminoranza.

Fatte salve le doverose citazioni, cerchiamo di riflettere sopra a una certa "sinistra", che - a prima vista incomprensibilmente - fa sue battaglie della destra più becera e fascista.

Vediamo, da dove nasce la sinistra antimperialista?

Se facciamo una mera operazione anagrafica, la sinistra antimperialista viaggia tra i quarantacinque e i sessantanni, il nuovo che avanza insomma.

Se facciamo una mera indagine sociologica, la sinistra antimperialista ha un passato nazifascista in prima persona( se sta tra i cinquanta e i sessanta) o per eredità familiare (se tra i quaranta e i cinquanta). [un padre/nonno porco fascista gasatore in Africa non si nega a nessuno].

Se facciamo una mera indagine classista, la sinistra imperialista fa un mestiere genericamente (e falsamente, ohi, quanto falsamente) definibile come intellettuale (insegnante, giornalista, avvocato di provincia, traduttore).

Ci stupiamo se la sinistra antiimperialista è fatta di fascisti e razzisti? Che altro resta a coloro che hanno perso, niccianamente perso, al gioco etereo della vita? Possiamo solo fermarci e rimanere inorriditi davanti al dolore, alla sofferenza di un'esistenza che ha necessità ontologica di nemici, di battaglie, di sangue.

Elezioni americane 2008

E' l'argomento del giorno, no del mese, anzi nemmeno: dell'anno.

Variamente sollecitata da amici e colleghi, mi esprimo: io sto con Clinton. Poi ci sarà tempo e modo di spiegare le ragioni.

ps. Obama non mi piace proprio.

Il campanaro e il prencipe

Dovete sapere che in quei giorni era governatore d’Italia il prencipe Romano, della casata de’ Prodi da Bologna, uomo assai prudente e saggio, più ricco di virtù che di fortuna.
Su letturalenta. Da non perdere:

11 febbraio 2008

Sharia e famiglia occidentale

Non so perchè, ma sul blog di Uriel non riesco a lasciare il mio commento. Comunque l'avrei linkato, quindi che ha scritto un ritratto delizioso e divertente di vita familiare lo scrivo qui.
Andate a leggere Dal Vangelo secondo Marcello Pera, non ve ne pentirete.

09 febbraio 2008

Socrate - parte seconda

I Trenta vengono sconfitti dai democratici di Trasibulo, e non senza l'appoggio di un'altra fazione spartana, quella di Pausania, che si oppone a Lisandro, primo ispiratore del governo fantoccio.


I superstiti dei tiranni si rifugiano ad Eleusi (Crizia è già stato ucciso in battaglia).
Verranno uccisi tre anni dopo, a tradimento. Senofonte invece se ne va a combattere con Ciro, e poi ci racconta come è andata nell'Anabasi.


Ad Atene intanto si delibera una sorta di amnistia generale, alla ricerca della pacificazione della città; dall'amnistia vengono esclusi solo i reati di sangue.

Perchè c'entra il processo a Socrate con tutta questa vicenda.

Che nello stesso anno non viene processato solo lui, ma sono celebrati almeno altri quattro/cinque procedimenti, tutti a carico di persone con legami con i Trenta, e tutti - più o meno - con accuse vere, anche se pretestuose.

E pare alquanto probabile che, lungi dal voler colpire il Socrate "filosofo" si trattasse di andare a prendere il Socrate maestro di Crizia e Senofonte, certamente una figura emblematica tra quelli "rimasti in città", acquiescenti quando non collaboratori della tirannide. E che costoro avessero impedito a Socrate di avere contatti con i giovani della città non sembrava poi tanto a suo favore, considerato che a nessuno, nè democratico nè oligarca aveva mai sopportato più di tanto l'influenza di Socrate sui giovani.

Ma torniamo un po' indietro oppure, andiamo avanti, come preferite, che quello che sappiamo di Socrate viene scritto negli anni - e nei secoli - successivi alla sua morte.

Partiamo dal grande pubblicitario di Socrate, dal suo esperto del marketing, quello che ci ha confezionato l'immagine grandiosa del filosofo: Platone.

Il Socrate consegnato alla filosofia - e alla storia - è quello che emerge dai dialoghi platonici. Vediamone qualcuno.


Eutifrone
Socrate è convocato dall'arconte, e davanti al tribunale incontra Eutifrone. Ovviamente Socrate gli chiede cosa fa in tribunale (oh, i fatti suoi mai eh, Socrate?) e il tipo gli dice che è andato a denunciare il padre, che ha commesso un assassinio. Socrate lo convince che denunciare il padre è un atto di empietà.

Fedone
Il dialogo è ambientato in carcere. E' arrivata la nave da Delo ed è quindi l'ultimo giorno di vita per Socrate. Si sparge la voce e gli amici si precipitano da lui, e li trovano Santippe con il figlio piccolo di Socrate in braccio (talchè si può desumente che Santippe avesse una trentina d'anni meno del marito). Ben felice di sparare cazzate bevendo con gli amici Socrate, senza nemmeno salutarli, fa sbattere fuori moglie e figlio.

Cratilo
In questo dialogo Socrate discute con un seguace di Eraclito, e perde. Nonostante gli sforzi di Platone perde. Tanto è vero che l'ultima frase del dialogo è di Cratilo che dice: " Socrate [...] cerca di riflettere ancora su questo problema" (traduzione: fesso, non hai capito niente).

Teeteto
Qui la voce narrante è quella di Terpsione che, molti anni dopo, racconta il dialogo tra Socrate e Teeteto ragazzino. Qui Socrate cerca di incastrare Teodoro (che non c'è), maestro del ragazzo, e non ci riesce nemmeno. Bella correttezza, direte voi e dico io. Fortunatamente lo deve mollare per andare in tribunale (Platone insiste spesso su questa cosa del tribunale, chi frequenta usenet riconoscerà meccanismi compulsivi ben noti al limite del lamerismo), anche perchè non contento di tentare di mettere il buca il ragazzino cerca anche di sedurlo e gli da appuntamento per il giorno dopo, stesso posto, stessa ora. No dico, questo sta andando in tribunale per difendersi da un'accusa che prevede la pena di morte, parte dell'accusa è il suo comportamento verso i ragazzini...

Sofista
E' il dialogo del giorno successivo. Avendo capito che con Socrate non si vince, Platone fa intervenire un altro, e a discutere con Teeteto ci mette un straniero di Elea, che sostiene le tesi di Platone (che Socrate non sarebbe stato credibile a criticare Parmenide, e questo lo sapeva bene anche il suo allievo). Stronzo come nessuno, Platone mette un concittadino di Parmenide a distruggerlo. Qualcuno ha parlato di "messa in scena di parricidio", mi pare eccessivo ma rende l'idea della bastardaggine di Platone.

Politico
Siamo sempre nello stesso giorno. Teeteto non c'entra niente, ma c'è ancora. Socrate non lo molla un minuto il ragazzino.

Fedro
Di questo dialogo permettetemi di riportare e commentare le frasi iniziali:

SOCRATE: Caro Fedro, dove vai e da dove vieni? (al solito, Socrate curioso come una scimmia)

FEDRO: Dalla casa di Lisia, Socrate, il figlio di Cefalo, (1) e vado a fare una passeggiata fuori dalle mura. Ho passato parecchio tempo là seduto, fin dal mattino; e ora, seguendo il consiglio di Acumeno,compagno mio e tuo, faccio delle passeggiate per le strade, poiché, a quanto dice, tolgono la stanchezza più di quelle sotto i portici.

SOCRATE: E dice bene, amico mio. Dunque Lisia era in città, a quanto pare. (qui si capisce benissimo che Socrate rosica)

FEDRO: Sì, alloggia da Epicrate, nella casa di Monco, quella vicino al tempio di Zeus Olimpio.

SOCRATE: E come avete trascorso il tempo? Lisia non vi ha forse imbandito, è chiaro, i suoi discorsi? (è chiaro che è furente, questi non solo banchettano con Lisia dalla mattina presto, ma si lasciano anche incantare dai suoi discorsi)

FEDRO: Lo saprai, se hai tempo di ascoltarmi mentre cammino.

SOCRATE: Ma come? Credi che io, per dirla con Pindaro, non faccia del sentire come avete trascorso il tempo tu e Lisia una faccenda «superiore a ogni negozio»? (e figuriamoci se non vuol sapere cosa ha detto Lisia!)

FEDRO: Senza dubbio, Socrate, l'ascolto ti si addice, poiché il discorso su cui ci siamo intrattenuti era, non so in che modo, sull'amore. Lisia ha scritto di un bel giovane che viene tentato, ma non da un amante, e ha comunque trattato anche questo argomento in modo davvero elegante: sostiene infatti che bisogna compiacere chi non ama piuttosto che chi ama. (non so a voi, ma a me questa frase fa specie, è che Socrate passa sopra anche agli insulti pur di parlare di sesso. Provate a pensare, incontrate un conoscente, e questo vi dice: "oh, proprio un discorso adatto a te abbiamo fatto, si parlava di stupri di cani" voi che fate? Socrate non fa una piega invece.

Protagora
Questo dialogo comincia così:

AMICO: Da dove salti fuori, o Socrate? Ma è chiaro, sicuramente torni dalla caccia al bell'Alcibiade! L'ho visto ieri l'altro, e mi è parso ancora un bell'uomo, e tuttavia ormai uomo, sia detto fra noi, o Socrate, che si è già quasi coperto di barba!
SOCRATE: E con questo, allora? Non sei ammiratore di Omero, il quale sosteneva che l'età più grata è quella di colui al quale spunta la prima barba, appunto l'età che ha ora Alcibiade?
AMICO: E ora che fai? è veramente da lui che vieni? E in che disposizione d'animo è, il giovanotto, nei tuoi riguardi?
SOCRATE: Buona, almeno mi è sembrato; anzi, oggi in modo particolare!

Possiamo solo dedurre che insultare Socrate quando passava per la strada era sport decisamente praticato ad Atene.

E questi sono stralci scritti da chi lo difendeva, e non siamo ancora arrivati ad Aristofane.



08 febbraio 2008

Single dentro

Ci sono occasioni in cui ti rendi conto che la vita cambia, ma non ti cambia.
E che nonostante mutamenti epocali, quando ti distrai qualcosa risale dal profondo e agisci come hai sempre fatto.
E così, questo pomeriggio, dopo qualche giorno passato in casa a scrivere, mi sono improvvisamente resa conto che in casa mancavano alcuni generi di prima necessità: latte, slippini con paperino, nesquik, sale, detersivo per la lavastoviglie.

Poi, come capita quando la mia testa è altrove, guido catatonica verso il supermercato pensando alle macchine lulliane, entro e - sempre con il pilota automatico - riempio il carrello.
All'uscita dal supermercato le mie borse contenevano:
una bottiglia di gin
una bottiglia di martini rosso
una bottiglia di campari
una confezione di pasta di cipolle
una confezione di pasta di acciughe
un chilo e quattrocento grammi di filetto macinato per la tartara
un barattolo di olive nere snocciolate
due confezione da sei di cocacola


niente latte, niente slippini con paperino, niente sale, niente nesquik, e nemmeno l'ombra del detersivo per la lavastoviglie.

Niente di grave, si impreca e si torna dentro.

07 febbraio 2008

Socrate - parte prima

Anche chi non sa assolutamente nulla di filosofia ha però un'immagine affettuosa e romantica in mente quando sente nominare Socrate. Socrate, il disinteressato a fronte di quegli esosi dei sofisti; Socrate, il padre della filosofia; Socrate, il combattente per la libertà sacrificato da biechi governanti, che trascinano questo povero vecchio in tribunale, un eroe di guerra!, per processarlo e condannarlo a morte. Socrate, che rifiuta di fuggire e accetta la condanna, come ci descrive Platone, con accenti gravi, tristi e forieri di accuse verso i suoi carnefici.

Platone però non c'era accanto a Socrate, ché dal maestro qualcosa l'aveva imparata, primis: pararsi il culo. E allora come oggi, non è così intelligente stare accanto a uno sotto processo, poi condannato a morte; diciamo che la gente non capisce, e può farsi idee strane. (ma ci torneremo sopra in un'altra occasione).

Socrate, dicevamo.
Qualcosa sappiamo della vita di Socrate, e le fonti più importanti sono quattro: Aristofane, Senofonte, Platone e Aristotele (Aristotele però in seconda istanza, non avendolo mai conosciuto); poi vabbe', c'è il solito Laerzio.
Nasce ad Atene nel 470-469, fa il servizio militare, qualche campagna di guerra, e nel 399 viene processato.

Secondo Diogene Laerzio, quando in una discussione entrava Socrate, spesso finiva in rissa; lo prendevano a pugni, a calci, a sputi. Quando parlava lui, la gente perdeva il lume della ragione, non capiva più nulla e avrebbe fatto qualunque cosa per farlo tacere. [un po' come oggi quando parla Calderoli insomma].

E quanto parlava Socrate, scrivere invece niente.

Perché non scrive Socrate? Si sono scritti volumi per rispondere a questa domanda, senza contare l'angoscia esistenziale di Platone, che invece scrive un sacco, e molte delle pagine da lui scritte contengono le scuse per averle scritte, ché il suo maestro gli aveva detto che scrivere era una brutta cosa che fa diventare ciechi (1).

Ho una mia bieca spiegazione sul perché Socrate non scrive. Secondo Platone Socrate conosceva Parmenide, Zenone di Elea, aveva letto Anassagora; questo mi fa supporre non che non volesse scrivere, ma che non sapesse cosa, scrivere.

E parlare in piazza è un un buon modo per dire una cosa oggi, e un'altra domani, fidando nella poca memoria, nella capacità dialettica e nella splendida, strepitosa, fantastica scusa del "so di non sapere".

Non fatevi ingannare dall'apparente modestia di questa affermazione.

Socrate la pronuncia per ribattere all'oracolo di Apollo che l'aveva indicato come l'uomo più sapiente di tutta la Grecia. Lui, fingendosi sorpreso, sostiene di non spiegarsi l'affermazione del dio, perché l'unica cosa di cui è certo è che "sa di non sapere".

Bene.

Per prima cosa possiamo dire che Socrate era maleducato, perchè se uno ti fa un complimento ti dice, che so, "sei bello" non è che puoi rispondere "bello no, ma certo più di te".
Perché è questo che Socrate risponde ad Apollo. Chè poi Apollo si incazza per molto meno eh? Ed è perfido la sua parte.

Quando Cassandra lo rifiuta, per esempio.
Lui invece di fare come il padre, Zeus, che quando le donne gli dicevano di no, le stuprava, ma poi la cosa finiva lì, e se andava bene nasceva anche un semidio, Apollo, da figlio viziato, faceva lo sdegnoso e si vendicava atrocemente.

E a Cassandra fa il dono di profetare, senza essere mai creduta.
Una bella condanna, se ci pensate.

Voi non solo avete sempre ragione, ma lo sapete prima, e tutti vi prendono per i fondelli, e dopo un po' vi schivano pure, che non solo continuano a non credere alle vostre parole, ma sono anche certi che portate sfiga.
E questo per tutta la vita, e solo per non aver voluto, una volta, cedere alle avances di Apollo.

Ma torniamo a Socrate che, proclamandosi come non sapiente, in realtà afferma che sa una cosa che il dio ignora: "sa di non sapere".
E mette a tacere un dio.
E poi ci si meraviglia se l'accusano di empietà.

Come stupirsi, quindi, se gli umani che non hanno, spesso, il dono della divina pazienza, davanti a qualche sua sparata in piazza regolassero la questione a cazzotti.

Socrate per un po' fa lo scultore, come il padre Sofronisco. La madre, Fenarete, era levatrice, non apparteneva dunque ai ceti più elevati, anzi diciamo pure che l'unica cosa che cerca, nei paraggi dell'aristocrazia ateniese, sono i ragazzini.

Alcibiade e Platone sono solo i più famosi, ma a quanto pare Socrate faceva strage di cuori, e non solo, che la castità non era una delle sue qualità più famose, se dobbiamo proprio credere ad Alcibiade. Anzi a Platone, che in dialogo mette in scena un racconto di Alcibiade.

Che racconta di essersi infilato nel letto di Socrate, e di aver passato la notte in completa sicurezza, come se avesse dormito con il padre, o con un fratello.
E lo racconta a più riprese, e sembra essere lui il primo a non crederci.
Che diamine! Socrate non aveva mai rifiutato un giro di giostra a nessuno!
Per quale diavolo di motivo lui -Alcibiade il bellissimo, sogno di tutti gli uomini di Atene - doveva essere il primo?

E si capisce anche che chi lo ascolta gli crede a fatica, e solo perché lui è Alcibiade e spesso paga il vino, che è brutto dare del bugiardo a uno che ti paga l'aperitivo una sera si e una no, e che per di più gira in compagnia dei suoi amici aristocratici sempre pronti a menare le mani.

A un certo punto Socrate viene sorteggiato per entrare nel consiglio dei Cinquecento; caso volle che qualche tempo dopo il consiglio dei Cinquecento dovette giudicare il comportamento dei generale ateniesi nella battaglia delle Arginuse; che gli strateghi la vincono quella battaglia, ma non si fermano a soccorrere i soldati caduti in mare - ateniesi e concittadini.

Tutti quelli chiamati (cinquecento!) a giudicare se i generali devono essere processati votano per il processo, tranne Socrate.
Ovviamente il processo viene istruito e gli imputati condannati.

Poi Atene perde la guerra del Peloponneso e Sparta impone sulla città un governo fantoccio, quello dei Trenta Tiranni. Leader dei Trenta era Crizia, zio di Platone, e a sua volta seguace di Socrate; tra loro c'è anche Senofonte, altro allievo di Socrate.

Senofone è un cavaliere, e proprio la cavalleria si distingue per la ferocia con cui combatte.

Comincia un periodo di terrore per Atene, i simpatizzanti del partito democratico scappano in massa dalla città per non venire uccisi, e si impadroniscono del Pireo, dal quale escono per combattere. E' la guerra civile.

A un certo punto i Trenta decidono che le retrovie della città non sono sicure, e scelgono Eleusi come roccaforte, ma ad Eleusi ci sono gli eleusini.

E che fanno i Trenta?

Mettono in scena un falso censimento: mano a mano che gli uomini vengono registrati devono uscire dalla porta della città, ma appena fuori dalle mura i cavalieri schierati su due file li ammazzano.

Da Atene non scappano solo i democratici, ma se ne vanno anche coloro che non vogliono essere coinvolti nelle azioni dei tiranni, ma non Socrate.

Socrate resta in città.

In quella città ormai stretta nella morsa dei tiranni, con a capo due suoi allievi.

In un bellissimo libro dal titolo Un mestiere pericoloso. La vita quotidiana dei filosofi greci, di Luciano Canfora (2), c'è una splendida ricostruzione degli avvenimenti


(1) qui si potrebbe aprire una bella digressione sulla contemporaneità filosofica italiana, ma la tengo per un'altra volta.
(2) Tutti i libri di Canfora sono da leggere.

06 febbraio 2008

Nel nome della letteratura

da Nazione Indiana:

Israele ospite della Fiera del Libro di Torino 2008

Con questa firma esprimiamo una solidarietà senza riserve nei confronti degli organizzatori della Fiera del libro di Torino, nel momento in cui questo evento di prima grandezza della vita letteraria nazionale viene attaccato per aver scelto Israele come paese ospite dell’edizione 2008.
L’appello a cui aderiamo s’intende apartitico, e politico solo nell’accezione più alta e radicale del termine. Non intende affatto definire uno schieramento, se non alla luce di poche idee semplici e profondamente vissute.
In particolare, l’idea che le opinioni critiche, che chiunque fra noi è libero di avere nei confronti di aspetti specifici della politica dell’attuale amministrazione israeliana, possono tranquillamente, diremmo perfino banalmente!, coesistere con il più grande affetto e riconoscimento per la cultura ebraica e le sue manifestazioni letterarie dentro e fuori Israele. Queste manifestazioni sono da sempre così strettamente intrecciate con la cultura occidentale nel suo insieme, rappresentano una voce talmente indistinguibile da quella di tutti noi, che qualsiasi aggressione nei loro confronti va considerata un atto di cieco e ottuso autolesionismo.


Raul Montanari

prime adesioni:

Cosimo Argentina
Sergio Baratto
Daria Bignardi
Gianni Biondillo
Riccardo Bonacina
Elisabetta Bucciarelli
Benedetta Centovalli
Sandrone Dazieri
Girolamo De Michele
Marcello Fois

segue

Vattimo, la fiera del libro e lo squallore

I link di oggi portano a letturalenta, con antisemitismo a sinistra, a danzasull'acqua con Fiera del libro, a rosalucsemburg con Escher e il demone israello e a .mau. Fiera del libro, Israele ed Egitto.

Buona giornata, se trovo altri interventi interessanti non mancherò di aggiornare.

ecco qui l'aggiornamento: uriel, La fira dàl lèbbér

03 febbraio 2008

Giochi sporchi

C'è da rinnovare i ringraziamenti ai fisici romani, che immaginate quale colpo mediatico stavano per mettere a segno: prima il papa a parlare, poi qualche giorno dopo, il testo dei direttori delle cliniche ginecologiche romane.

Allora questi qui, giocando su un equivoco sporco, e su eventualità più uniche che rare, sono sempre questi qui. Giusto per dare ai principi etici una possibilità in più, che serve. Certo che si preoccupano dei figli. Dei loro.